Maxi truffa online con le “PlayStation 5” introvabili: finto rivenditore condannato a 4 anni

Il gioco fu bello ma durò poco: un’imponente campagna pubblicitaria (mai pagata), numerose consolle da gioco ordinate sottocosto e mai consegnate, per un semplice motivo: non erano mai state disponibili

Il tribunale di Brindisi
Il tribunale di Brindisi
di Eliseo ZANZARELLI
3 Minuti di Lettura
Lunedì 3 Aprile 2023, 21:23 - Ultimo aggiornamento: 4 Aprile, 14:08

Era il 2020, fine anno, periodo di Natale e le Playstation 5 erano molto gettonate anche perché quasi introvabili. Cosa di meglio e quale periodo più appropriato per architettare una truffa
Il gioco fu bello ma durò poco: un’imponente campagna pubblicitaria (mai pagata), numerose consolle da gioco ordinate sottocosto e mai consegnate, per un semplice motivo: non erano mai state disponibili, colui che le proponeva neppure ce le aveva; la società Euromediashop con magazzino a Brindisi e sede legale a Tuturano praticamente nemmeno esisteva sul serio. Eppure, il suo presunto amministratore delegato, Christian Ciciriello, tuturanese di 28 anni, riuscì a piazzare colpi quasi in tutt’Italia: in molti furono allettati dalla promessa di pronto recapito e soprattutto dalla convenienza. 

I fatti

Di PS5 in quel periodo non se ne trovavano da nessuna parte e difatti in pochi distributori ne avevano altrettanto poche. Neppure gli appassionati, esperti del circuito, riuscivano a procurarsene. Invece, Ciciriello con la sua fantomatica Euromediashop sosteneva di averne a iosa. Niente di più falso, come confermato dalla condanna inflittagli in abbreviato, lo scorso 30 marzo, dalla gip del Tribunale di Brindisi Stefania De Angelis: quattro anni, due mesi e 20 giorni di reclusione, oltre a multa (quasi 4mila euro) e al risarcimento - tra i 2.500 e i 3mila euro - alle parti civili e alle spese legali (oltre 6mila euro). 

Niente male, se si considera che il pubblico ministero di anni ne aveva chiesti “solo” tre.

Uno “scherzetto”, per nulla innocente, costato un bel po’, insomma, all’imprenditore fantasma. Sebbene il legale di Ciciriello, Luigi De Franco, potrà ovviamente impugnare questa sentenza di primo grado e continuare a sostenere l’innocenza del suo assistito o comunque attenuare le conseguenze a suo carico dopo aver letto e studiato la motivazione della sentenza che sarà depositata nel termine di 90 giorni. 

Un’operazione complicata, se si considera che a suo tempo falso risultò il magazzino della fantomatica Euromediashop nella zona industriale di Brindisi - dov’era stata collocata una targa posticcia - e altrettanto falsa risultò la sede legale del venditore in un appartamento disabitato nella frazione brindisina di Tuturano.
Del caso, anche dopo un certo clamore mediatico, si occupò la guardia di finanza del Comando provinciale di Brindisi, che dopo rapide indagini consegnò l’informativa alla Procura. Il diretto interessato, ormai stanato, finì per ammettere almeno in parte le sue malefatte, chiese scusa e finì a giudizio. Soddisfatta dalla sentenza è anche l’associazione Codici di Roma, costituitasi parte civile: «Una vittoria che infonde fiducia nei consumatori ed interrompe la serie negativa, e preoccupante, delle truffe archiviate dalle Procure. La truffa suscitò particolare clamore – ricorda Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici –, sia per l’alto numero di vittime coinvolte, si parlò di circa 1.000 acquirenti, che per gli sviluppi della vicenda. Di fronte alle frodi non bisogna arrendersi, ma combattere e con impegno e pazienza, come in questo caso, si può vincere».

© RIPRODUZIONE RISERVATA