Nell'oasi protetta spunta una necropoli di tremila anni

Nell'oasi protetta spunta una necropoli di tremila anni
di Francesco TRINCHERA
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Sabato 12 Giugno 2021, 05:00

Proseguono gli scavi per lo studio della necropoli ritrovata a Torre Guaceto, nel Brindisino. Le indagini avviate dovrebbero dare a breve i primi risultati. L’ente gestore dell’area marina protetta, infatti, ha descritto quali sono state le operazioni messe in campo negli ultimi mesi, tracciando anche un quadro della situazione. In particolare si spiega che ci sarà un’intensa campagna di scavi archeologici che proseguiranno in tutto l’arco del mese in corso, sulla base del ritrovamento (avvenuto nel 2019 nell’ambito della redazione della carta archeologica di Torre Gauaceto) di “una serie di buche di palo e alcune sepolture a cremazione risalenti alla tarda età del Bronzo”, ovvero circa 3.200 anni fa.

I primi lavori

Il riconoscimento vero e proprio dei resti rinvenuti è stato giusto 4 mesi fa, quando il team al lavoro sugli scavi annunciò l’identificazione dell’area funeraria. Questi ritrovamenti sono in un’ideale linea di continuità con i risultati delle campagne di scavo che sono state svolte rispettivamente tra il 2008 ed il 2013, in cui “gli archeologi del dipartimento di Beni culturali dell’Università del Salento sono riusciti a documentare la presenza di un villaggio fortificato dell’età del Bronzo sugli scogli di Apani”, vale a dire le due piccole isole nella zona A dell’Area marina protetta “e un tempo collegate alla terra ferma, oltreché poco distanti dall’altro insediamento protostorico posto sul promontorio della torre aragonese”. Al momento gli archeologi stanno cercando un riscontro alle proprie ipotesi e dal consorzio si dicono fiduciosi nella campagna che “si prospetta proficua e piena di soddisfazioni”.

Dopo il ritrovamento del 2019, infatti, il dipartimento di Beni culturali del’ateneo salentino ha iniziato la nova campagna “che attualmente si sta svolgendo in regime di concessione ministeriale”. La direzione è stata affidata al professore Teodoro Scarano, che si avvale della collaborazione del collega Claudio Cavazzuti del dipartimento di Storia culture e civiltà dell’Università di Bologna. Il tutto, in accordo con la Soprintendenza per le belle arti ed il paesaggio per le province Brindisi e Lecce.

Gli scavi al sicuro

Per quel che riguarda, invece, la “convivenza” degli scavi con i fruitori della riserva, questi ultimi al momento “potranno apprezzare l’attività degli archeologi dall’esterno dell’area di cantiere”. Una volta che saranno conclusi i lavori, quindi, è previsto che i risultati ottenuti siano divulgati in un incontro aperto al pubblico.
Per il presidente del consorzio di gestione (alla guida da qualche giorno), Rocco Malatesta, «Torre Guaceto è una “residenza archeologica”», anche se con uso metaforico del termine «per fare un parallelo con il mondo artistico». Malatesta, quindi, ha aggiunto che l’intenzione dell’ente gestore è quello di continuare ad investire nel percorso di ricerca storica. «Dobbiamo puntare – ha sottolineato - sulla fruizione della riserva legata anche ai beni archeologici e sono certo che questa potrà essere una delle punte di diamante della nostra area protetta, che con queste importanti scoperte dimostra di essere un sito di pregevole rilevanza storica».

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