Dopo anni di attesa, è entrata in funzione la condotta sottomarina di Torre Guaceto. Ad annunciarlo è stato il presidente di Acquedotto Pugliese Domenico Laforgia. “Con Acquedotto Pugliese - ha scritto infatti sul proprio profilo social istituzionale - puntiamo alla massima efficienza in difesa dell’ambiente e della biodiversità. Lo scorso mese è stata attivata la condotta sottomarina per il rilascio, ad una profondità di 50 metri, delle acque depurate provenienti dell’agglomerato di Carovigno. L’acqua, conforme ai rigorosi standard per il riutilizzo, viene oggi utilizzata dalle meravigliose specie faunistiche che popolano l’oasi di Torre Guaceto, ed in futuro irrigherà le terre coltivate. Sono fiero di questo ulteriore progresso verso la sostenibilità, un vero e proprio atto d’amore per la nostra Terra”.
L'annuncio e le reazioni
Una notizia commentata anche dal presidente del consorzio di gestione di Torre Guaceto Rocky Malatesta. “Grazie caro presidente, con Aqp - sottolinea - c’è un virtuoso sodalizio attivo da diverso tempo e presto realizzeremo insieme un modello unico, per un’area protetta, di riutilizzo di acque reflue. Grazie per questa comunicazione e l’attenzione in continua evoluzione che Aqp mostra nei riguardi della bellezza e della salubrità dei territori. La invito, quando le sarà possibile, a visitare la nostra riserva, ne saremmo davvero onorati”.
Non mancano, tuttavia, le polemiche. L’esponente carovignese del Partito Comunista Italiano Tonino Mosaico: “Con il costo di quella conduttura sottomarina avrebbero fatto 120 chilometri di conduttura per portare l’acqua nelle campagne a monte della ferroviaria. Avrebbero fatto diverse pompe di spinta e più vasche di accumulo.
Il progetto
Il progetto, di cui si discute da anni ma la cui realizzazione ha preso il via materialmente all’inizio del 2019, prevedeva in particolare che la tubazione collegata agli scarichi provenienti dal depuratore di consortile di Bufalaria, al quale sono collegati a loro volta i Comuni di Carovigno, San Vito dei Normanni e San Michele Salentino e anche l’abitato di Specchiolla, scaricasse in mare i reflui trattati a 3.500 metri dalla costa di Torre Guaceto ed a 50 metri di profondità. Un’opera del valore di circa 5 milioni di euro.
Le proteste
Era il 2014 quando la Regione Puglia autorizzò temporaneamente Aqp, ente gestore dell’impianto di depurazione di Bufalaria, allo scarico in delle acque reflue urbane (con valori entro i limiti di legge) all’interno del canale Reale, che sfocia nell’area protetta. Un’autorizzazione temporanea in attesa delle trincee drenanti e dell’allungamento della condotta, già collegata all’impianto consortile, e che una volta completato avrebbe portato le acque depurate, come detto, ad una profondità di meno 50 metri e soprattutto ad oltre 3 chilometri dalla costa. Una modalità temporanea di sversamento all’interno dell’area marina protetta di Torre Guaceto che aveva fatto insorgere centinaia di cittadini e molte associazioni ambientaliste, che per settimane avevano protestato contro il “tubo” che sversava liquami in area protetta.