Era di pattuglia e fu investito da un pregiudicato, ma tornò alla guida per catturarlo. Il Tar: «Giusto promuovere quel poliziotto»

Era di pattuglia e fu investito da un pregiudicato, ma tornò alla guida per catturarlo. Il Tar: «Giusto promuovere quel poliziotto»
di Roberta GRASSI
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Domenica 3 Gennaio 2021, 08:57

Durante un controllo di polizia fu investito da un pregiudicato: l'auto lo scaraventò sul new jersey. Tuttavia, non esitò a rimettersi alla guida della sua volante per raggiungerlo e arrestarlo, pur avendo considerato il pericolo cui era esposto. Con il cuore a mille. Un poliziotto salentino in servizio alla questura di Brindisi otterrà ora la promozione per merito straordinario, proprio quel riconoscimento che era stato proposto dal questore e che gli era invece stato negato dal ministero dell'Interno che aveva concesso solo un encomio solenne. Il sovrintendente ha infatti formulato ricorso al Tar, al fianco dell'avvocato Pietro Quinto e i giudici amministrativi hanno confermato il particolare valore del suo comportamento, non rientrante nei normali compiti di servizio.
Secondo la difesa, la dinamica dei fatti non era stata adeguatamente valutata dal ministero, mentre vi era stata una eccezionale capacità professionale con l'assunzione di un rischio per la propria incolumità al fine di tutelare la sicurezza pubblica. Il Tar ha concluso che, facendo rientrare questo comportamento eccezionale nell'attività di istituto, si finirebbe con il negare sempre la promozione per merito straordinario. Secondo l'avvocato Quinto l'indicazione del giudice amministrativo sulla corretta interpretazione della normativa sulla promozione per meriti straordinari avrà una indubbia rilevanza a livello nazionale.


I fatti risalgono all'ottobre 2019. L'agente intimò l'alt a un uomo, non immaginando cosa sarebbe accaduto poco dopo. Si trattava di una persona conosciuta alle forze dell'ordine che per sfuggire al controllo premette sull'acceleratore improvvisamente, facendo finire il sovrintendente contro la barriera new jersey. Il poliziotto era ferito, ma nonostante ciò decise di non demordere. Avrebbe potuto farlo, considerate le sue condizioni e lo choc subito. Saltò a bordo dell'auto di servizio, ne nacque un inseguimento che terminò con il lieto fine.
Il fuggitivo fu bloccato e arrestato. Il questore propose una promozione per merito straordinario. Fu tenuta in considerazione l'intera vicenda, soprattutto nella parte che avrebbe legittimamente potuto non andare in scena.
Una volta giunta negli uffici del ministero, la promozione, fu riqualificata in encomio solenne.

Da qui la decisione di ricorrere al Tar.


Con una prima ordinanza i giudici hanno chiesto al ministero un'ulteriore sforzo di motivazione al diniego opposto. Poi, nel merito, hanno deciso invece che la domanda del poliziotto fosse meritevole di accoglimento. Ha diritto alla promozione proposta dal questore di Brindisi per aver condotto a termine una rischiosa operazione di polizia con pericolo della propria vita nell'interesse delle istituzioni.
Non è il primo caso di giudizio amministrativo sorto dalle rivendicazioni di appartenenti alla polizia di Stato che si sono visti negare dal ministero riconoscimenti proposti invece, in sede locale, per fatti e operazioni che hanno avuto particolare rilievo, oltre che impatto sulla percezione di sicurezza da parte dei cittadini. I premi, oltre ad essere motivo d'orgoglio, sono anche ragione di progressione di carriera, meritata senza alcun dubbio da chi, servendo lo Stato e onorando la propria divisa, non esita ad agire anche in presenza di pericoli per la propria incolumità.

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