Sul grande schermo la storia del contrabbando a Brindisi nel film “Tabacchi lavorati esteri”

Il contrabbando di sigarette...sulla pelle
Il contrabbando di sigarette...sulla pelle
di Erasmo MARINAZZO
4 Minuti di Lettura
Sabato 15 Ottobre 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 01:33

Brindisi fa i conti sul grande schermo con il suo passato. Per 75 minuti scorrono immagini che riaccendono la memoria di chi era già adulto e ragazzo nel ventennio fra il 1970 ed il 1990 con il docu-film Tabacchi Lavorati Esteri.

La ricostruzione

La storia della nascita e del declino del contrabbando di sigarette: dalla prima squadra formata da Damiano Contestabile al processo sull’omicidio del contrabbandiere Vito Ferrarese e sulle forze di polizia allora deviate. La storia degli scafi che scorazzavano sfrontati nel porto e nell’avamporto, di sbarchi in pieno giorno e davanti alle spiagge più rinomate di decine e decine di casse di sigarette. Un’epoca tramontata con l’operazione Primavera scattata a febbraio del 2020 dopo che il suv di una colonna di mezzi carichi di casse di “bionde” travolse la Fiat Punto dei finanzieri Alberto De Falco ed Antonio Sottile, ammazzandoli. Un destino già segnato - hanno raccontato due dei protagonisti dell’opera del regista brindisino Benito Ravone, Damiano Contestabile e Salvatore Tagliente - dall’espansione dei clan della Sacra corona unita e dall’imposizione del “pizzo” di diecimila lire a cassa.

La proiezione al cinema

In tanti si sono rivisti nel docu-film proiettato nel cinema multisala Andromeda da martedì e giovedì e partorito dai ricordi del regista Ravone delle giornate trascorse nel bar Guatemala di suo nonno, punto di incontro delle squadre di contrabbandieri.

Talmente tanta è stata la richiesta che si è reso necessario raddoppiare la programmazione e riproporre le proiezioni anche nelle giornate di sabato e di domenica (alle 17.30 ed alle 20). In sala anche chi dal mare, dal vento ed dal sole ha ricevuto segni indelebili sul volto, sulle mani e sul contegno. In sala a vedere raccontata la sua storia.

 

I protagonisti

A cominciare dalle parole di Damiano Contestabile: «Per due volte ci prendemmo le casse di sigarette scaricate da una organizzazione gestita allora da uno che si faceva chiamare “il marsigliese”. Fu lui poi a contattarmi per propormi di lavorare insieme, perché se avessimo continuato così avrebbero cambiato approdi. E a loro e a noi non conveniva». Contestabile racconta gli aspetti positivi del contrabbando a Brindisi: «Guadagnavamo. E bene. I soldi li spendevamo in città, per la nostra città». Non parla, invece - nel docu-film- degli episodi più cruenti come la sparatoria del 1974 con Cosimo Ciciriello che lasciò a terrà due morti. Fra questi anche suo fratello. Racconta della sua latitanza, dell’evasione dall’ospedale Antonio Di Summa e della decisione di farsi da parte quando, tornato libero, si accorse che le cose erano cambiate. Erano subentrate persone nuove, facevano troppo gola i guadagni con i tle: una cassa fruttava un milione di lire.

Gli affari

E ci fu la corsa a diventare armatori di scafi ridotti all’essenziale per fare spazio alle bionde. I disegni proiettati sullo schermo - altra caratteristica dell’opera di Ravone, insieme alle interviste ai protagonisti di quell’epoca - spiegano che un motoscafo Molini poteva caricare 150 casse, un Corbelli 400 ed un Super Corbelli 800. Cifre da capogiro a fare due conti, senza che costituisse un problema scaricare in pieno giorno come dimostra quel raro video girato nella baia di Cala Materdomini. E le ripartenze a pieno carico di Alfette, Fiat 132 e Alfa 6, rigorosamente con i sedili posteriori abbattuti. Un giro d’affari che fece gola anche alla Sacra corona unita. Lo raccontano l’ex collaboratore di giustizia Salvatore Tagliente. E Franco Trane, prima che finisse in regime di detenzione domiciliare. «L’idea di imporre il “pizzo” fu mia, è vero. Purtroppo». Purtroppo perché - spiega Tagliente al regista Ravone - fu quello l’inizio del declino di un’attività redditizia con la Scu interessata ad inglobarla nel suo core business. Lo racconta Franco Trane quando ricorda di avere ammazzato quelle due persone che si presentarono sotto casa sua chiedendo che provvedesse a fare un “regalo” alla loro organizzazione mafiosa.

La fine della storia

Ed ancora Trane in questo docu-film parla dei rapporti con l’allora poliziotti corrotti che gli facevano trovare i depositi delle sigarette di altre organizzazioni. Gli stessi poliziotti processati poi per l’uccisione del contrabbandiere Vito Ferrarese. Si ascoltano gli audio del processo, l’esame da imputato dell’ex questore Francesco Forleo da parte del pubblico ministero Leonardo Leone de Castris. Per dire infine - il docu-film - che non era il contrabbando, quello di Damiano Costabile, a stare dalla parte sbagliata.

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