La scoperta della violenza è stata fatta da alcune insegnati della ragazza che hanno saputo interpretare il disagio che stava vivendo la donna, a partire da un bigliettino scritto proprio dalla vittima. Immediatamente, con grande discrezione sono intervenute le istituzioni che hanno messo in sicurezza la ragazza.
In manette sono finiti un giovane di 29 anni, residente nello stesso paese, e un 46enne rintracciato in provincia di Milano. I due avrebbero abusato della fiducia che la giovane donna accordava loro e della sua condizione di disabile psichica, per approfittarne in più occasioni, anche costringendola a subire violenza sessuale di gruppo.
Le indagini sono state condotte dagli agenti del Commissariato di Mesagne, competente per territorio, e sono partite a febbraio dopo la denuncia di una dirigente scolastica e un’insegnante di sostegno di un istituto secondario della provincia di Brindisi.
Nello svolgimento delle attività investigative è stato ricostruito che i reati si sarebbero consumati in territorio tarantino nel gennaio scorso e, pertanto, gli atti dalla Procura di Brindisi - inizialmente titolare delle indagini - sono stati trasmessi a quella di Taranto per competenza territoriale. La vittima è stata ascoltata in audizione protetta dagli inquirenti e con l’aiuto di una psicologa.
Dal racconto è emerso che le violenze sessuali subite dalla ragazza erano inflitte dal convivente della sorella maggiore della vittima e dal cognato di quest'ultimo, sposato con la sorella dell’uomo. Agghiaccianti gli episodi confluiti nel fascicolo di indagini e sui quali, ora, i due indagati saranno chiamati a fornire spiegazioni e la loro versione dei fatti. In una circostanza il cognato, uscito per buttare la spazzatura, avrebbe convinto la vittima a seguirlo per poi appartarsi con lei in campagna, violentandola. In un’altra circostanza la violenza si sarebbe consumata vicino a un’abitazione. E alle violenze avrebbe preso parte anche l'uomo più grande, quando si trovava in Puglia per un breve soggiorno.
La ragazza è stata infine costretta al silenzio, a non parlare con la sorella maggiore e, dopo l'ennesimo abuso, ha chiesto sua sponte di essere sistemata in una struttura che aveva in precedenza frequentato e in cui si era trovata molto bene.
Per i due indagati, il pm inquirente, Rosalba De Luca della Procura di Taranto ha chiesto e ho ottenuto dal gip Pompeo Carriere la misura cautelare, disponendo la custodia in carcere per la gravità dei fatti accertati.