La necessità di riutilizzare un materiale come la plastica ha portato l’Italia ad un investimento importante anche nell’ottica degli eco-compattatori. Parte da queste premesse lo studio di Openpolis di ieri, che ha guardato a quelle che sono le strategie in questo senso, soprattutto con il programma “Mangiaplastica” che per il 2021 ha visto cinque proposte progettuali che sono state finanziate nel Brindisino. Mangiaplastica, dice il ministero della Transizione ecologica, è l’iniziativa con la quale lo stesso dicastero di via Cristoforo Colombo ha promosso “l’acquisto di eco-compattatori – si legge sulla pagina dedicata nel sito del Mite - da parte delle amministrazioni comunali attraverso il riconoscimento di uno specifico contributo”.
Sostenibilità, Ue al lavoro per la svolta delle batterie: saranno ammesse solo quelle a ricarica
I progetti presentati
Quest’ultimo, più nello specifico, è nell’ordine di 15mila euro per eco-compattatori di capacità media e 30mila euro per eco-compattatori di capacità alta.
La giornata mondiale della Terra/ La sfida di Ogyra e Illumia: pescare la plastica per vestire sogni
Mangiaplastica è stato rinnovato nel 2022: la scadenza per le richieste di contributo era dello scorso 31 marzo. Più in generale, secondo il portale di Openpolis la plastica costituisce uno degli elementi più dannosi per l’ambiente. “Se abbandonata in natura – si legge infatti - essa si scompone in frammenti di dimensioni microscopiche, detti appunto microplastiche, che si disperdono nell’ambiente circostante raggiungendo anche gli organi degli animali e degli esseri umani che le respirano e ingeriscono”. Un grido di allarme dovuto al fatto che “negli ultimi anni infatti queste particelle sono state ritrovate ad esempio nell’apparato digerente di uccelli e pesci, in tutti gli ecosistemi naturali compresi quelli marini e, conseguentemente, anche negli alimenti che consumiamo”.
Bucce d'uva o fondi di caffè: così i rifiuti diventano mattonelle o shopping bag
Openpolis, in particolare, sostiene anche che “a rivestire un ruolo di particolare importanza sotto questo aspetto sono gli imballaggi, ovvero quei prodotti in plastica usa e getta che servono per il confezionamento di merci di ogni genere e che costituiscono una quota molto consistente dei rifiuti in plastica che produciamo”. Riguardo agli imballaggi, l’analisi del sito evidenzia come, secondo un’elaborazione di dati Eurostat, tra il 2010 ed il 2019 si sia passati da 34,94 chilogrammi annui pro capite a 38,75, ma la parte riciclata è andata tra 12,06 chilogrammi pro capite a 17,48. Percentualmente, gli ultimi dati disponibili vedono quindi solo il 45,1 percento di plastica riciclata, mettendo così l’accento sulla necessità del riciclo di questo materiale attraverso attrezzature come gli eco-compattatori.
© RIPRODUZIONE RISERVATA