Spari contro il vicino, arrestato anche il padre
La vittima è in coma

Spari contro il vicino, arrestato anche il padre La vittima è in coma
di Michele IURLARO
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Giovedì 27 Settembre 2018, 12:23 - Ultimo aggiornamento: 12:27

Prima la lite, l'ennesima, tra i due vicini di casa. Poi, la tragedia, con gli spari esplosi dal 23enne incensurato Giovanni D'Angela che raggiungono il collo e il braccio del 38enne Dario Caniglia, riversatosi a terra all'interno del suo appartamento e colpito, pure, con il calciolo dell'arma.
Quindi, l'arrivo del padre del 23enne, il 46enne Cosimo D'Angela, che strappa di mano il fucile al figlio e lo riporta all'interno della sua abitazione, dove sarà ritrovato dai carabinieri insieme a 15 cartucce calibro 16 e una calibro 20. Tutto sequestrato, con padre e figlio che finiscono in carcere, a Brindisi. Per Giovanni, l'accusa è di tentato omicidio. Per il padre Cosimo, invece, si procede per detenzione abusiva di arma comune da sparo. Ovvero, il fucile calibro 20 con canna mozzata risultato oggetto di furto nel 1979 a Ceglie Messapica. Sequestrato, anche, l'appartamento di Caniglia, ricoverato in terapia intensiva all'ospedale Perrino di Brindisi. Il giovane è in coma, a causa delle gravissime ferite riportate.

 

I militari della compagnia dei carabinieri di Francavilla Fontana, dopo l'ascolto dei testimoni, hanno ricostruito quanto accaduto martedì pomeriggio al primo piano del 26 di via Calamandrei, quartiere San Lorenzo della Città degli Imperiali. Ovvero, l'ennesima lite tra il più giovane dei D'Angela e Caniglia, vicini di casa e di pianerottolo. E poi, gli spari all'interno dell'abitazione del 38enne. Caniglia, arrestato e reo confesso, spiegherà agli investigatori di essere stato provocato e minacciato con una mazza da baseball dal vicino. Il giovane, difeso dall'avvocato Donato Manelli, si appella insomma alla legittima difesa. Sarà ascoltato dalle prossime ore dal Gip dove dovrà ufficializzarla sua versione nel corso dell'interrogatorio di convalida. Sarà ascoltato anche il padre, su cui grava la detenzione dell'arma, per altro modificata. Il fucile, secondo quanto raccontato, lo aveva trovato abbandonato in campagna. È in condizioni gravissime, invece, il 38enne Dario Caniglia, attualmente in coma: sottoposto a delicato intervento chirurgico, non è cosciente. La prognosi, per i medici, resta riservata, ma l'uomo, difeso dall'avvocato Michele Fino, lotta tra la vita e la morte. La vicenda affonda le sue origini nei cattivi rapporti tra vicini di casa. Meglio, vicini di pianerottolo della palazzina dell'Istituto autonomo case popolari. Da una parte Caniglia, dall'altra Cosimo e Giovanni D'Angela. Un conflitto storico, con numerosi alterchi registrati nel corso degli anni fino alla tarda mattinata di martedì. opo l'ultimo litigio furioso, poco dopo le 14, D'Angela prende il fucile e bussa all'abitazione del rivale, esplodendo un singolo colpo da distanza ravvicinata. I pallettoni raggiungono Caniglia sulla parte destra, ferendo gravemente il braccio e la base del collo. Quando, sul posto, arrivano i soccorsi, le condizioni del 38enne, dopo lo sparo colpito anche col calciolo dell'arma, sono già disperate. D'Angela, invece, è sotto shock. Il giovane, incensurato, è dichiarato in arresto per tentato omicidio e, insieme al padre, che deteneva il fucile nell'abitazione, viene condotto nel carcere di via Appia in attesa dell'interrogatorio di convalida davanti al Giudice per le indagini preliminari.

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