Sequestrato il figlio del boss, la rivelazione dei pentiti della Scu: «Per liberarlo, pagati 100mila euro»

Sequestrato il figlio del boss, la rivelazione dei pentiti della Scu: «Per liberarlo, pagati 100mila euro»
di Roberta GRASSI
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Domenica 27 Settembre 2020, 10:22 - Ultimo aggiornamento: 29 Settembre, 02:46

C'è anche il sequestro lampo di un bambino, per cui sarebbe stato pagato un riscatto, tra gli episodi di cui parlano i collaboratori di giustizia le cui dichiarazioni sono servite, oltre al resto, a disarticolare una presunta cellula della Sacra corona unita attiva a Brindisi e dintorni. E' un fatto avvolto dal mistero, che non è formalmente attribuito a nessuno degli indagati, ma che viene citato per documentare l'inimicizia fra due opposte frange criminali.

Il bambino viene indicato come molto vicino a Giuseppe Perrone, detto Barabba, di Torchiarolo. E viene specificato che all'interno degli ambienti malavitosi, Giovanni Donatiello, boss Scu arrestato venerdì scorso insieme a Francesco Campana e ad altre sei persone (mentre altre 5 sono state sottoposte all'obbligo di firma), sarebbe stato indicato come il mandante del rapimento. Episodio tuttavia non trasformato in una accusa specifica per il mesagnese.

Ne parla il pentito Antonio Campana, fratello di Francesco: «Nel 2016 - è riportato in un verbale - nel corso di una perquisizione nell'abitazione di tale Giuseppe detto Barabba di Torchiarolo, venne rinvenuta una sfoglia scritta da Raffale Martena in cui quest'ultimo parlava male di Giovanni Donatiello detto “cinquelire”, in particolare lo indicava quale mandante del sequestro lampo del figlio di Barabba per la cui liberazione fu pagato un riscatto di 100mila euro, di cui 50mila furono versati dalla famiglia di Raffaele Martena poiché in quel periodo Barabba e Martena erano in società nella gestione del traffico di stupefacenti».

Della vicenda non c'è altra traccia. Non una denuncia, mai un articolo apparso su un giornale. Non c'è conferma alcuna, se non dal passaparola e dai pizzini vari che sono stati sequestrati, che sia realmente accaduto. Si sa comunque che la storia del bambino aveva fatto infuriare Campana che non aveva apprezzato le brutte parole dette nei confronti di Donatiello.

Tutto ciò è servito agli investigatori per poter affermare che l'accordo fra i due boss esisteva, era solido ed era stato siglato tra il 2016 il 2017, quando cioè Donatiello (ex ergastolano che ha partecipato a molte attività rieducative, perfino agli incontri con i ragazzi delle scuole) era ancora in cella, a Voghera, stesso carcere del suo concittadino: Tra l'estate del 2016 e quella del 2017, mio fratello Francesco ha raccontato Antonio Campana agli inquirenti mi scrisse informandomi in maniera critica che aveva fatto un accordo con Giovanni Donatiello, all'epoca entrambi detenuti nel carcere di Voghera, che poiché a breve quest'ultimo avrebbe guadagnato la libertà, aveva deciso di costituire un nuovo gruppo con a capo Francesco e Donatieollo, il primo avrebbe operato all'interno del carcere, mentre Giovanni avrebbe operato all'esterno con il supporto di tutti gli affiliati di mio fratello in libertà, in aggiunta a quelli dello stesso Donatiello.

Da qui il blitz per mafia, estorsioni, danneggiamenti e violenza privata. Un racconto della criminalità degli anni più recenti che si discosta poco dalle logiche più datate, se non per l'efferatezza delle azioni compiute. La Scu contemporanea si sarebbe principalmente dedicata a trovare i fondi per sostenere i detenuti attraverso le estorsioni agli imprenditori agricoli, o con i proventi dei parcheggi free nelle vincinanze dell'ospedale Perrino, di cui si occupavano gli abusivi.

Campana, dopo la decisione di pentirsi assunta dai due fratelli (uno è morto), avrebbe perso credibilità all'interno dell'organizzazione.

Il fiato sul collo dei poliziotti della Squadra mobile, ha portato all'esecuzione degli arresti di venerdì scorso. Sono 19 in tutto le persone indagate, 8 delle quali in carcere e 5 sottoposte all'obbligo di firma. Le indagini sono state coordinate dal pm Giovanna Cannarile della Direzione distrettuale antifmafia di Lecce. Da domani inizieranno gli interrogatori di garanzia.

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