Mamma e bimbo, un abbraccio che dura dal Medioevo: il ritrovamento durante i lavori per la rete idrica

Mamma e bimbo, un abbraccio che dura dal Medioevo: il ritrovamento durante i lavori per la rete idrica
di Tranquillino CAVALLO
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Venerdì 31 Gennaio 2020, 07:58 - Ultimo aggiornamento: 16:44
La città di Mesagne (Brindisi) continua a rivelarsi uno scrigno pieno di tesori. Nei giorni scorsi, durante i lavori di scavo per la posa delle condotte idrico-fognante che si stanno effettuando nel centro storico, sono emersi dei ritrovamenti archeologici di eccezionale valore. Si tratta di un nucleo di sepolcreti di epoca basso medievale, e delle fondamenta di quella che, probabilmente, era la chiesa di Sant'Anna dei Greci, di epoca bizantina di rito Greco. Il periodo del sepolcreto è databile tra il 1.300 e il 1.500 d. C.. Tuttavia, il rinvenimento davvero raro è la deposizione di uno scheletro di giovane donna con al fianco lo scheletro di un bambino.

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Probabilmente si tratta della tomba di una madre che abbracciava il figlio. Il tutto è stato raccolto e trasportato presso i laboratori della Soprintendenza archeologica di Taranto per uno studio approfondito. La notizia è stata comunicata ieri mattina dall'architetto Maria Piccareta, responsabile della Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggistica per le province di Brindisi, Lecce e Taranto. Con lei la direttrice scientifica degli scavi, Annalisa Biffino, l'ingegnere Antonio Carbonara, dell'Acquedotto pugliese. E poi i responsabili dell'impresa Spinosa che sta effettuando gli scavi.



Il sindaco Toni Matarrelli non ha voluto mancare a questo momento di conoscenza storica. Con lui anche il responsabile del centro storico, Mimmo Stella, e il vice sindaco, Giuseppe Semeraro. «Si tratta di un ritrovamento importante il cui studio stratigrafico ci sta permettendo di comprendere come e quando è stato costruito il centro storico di Mesagne», ha esordito la soprintendente Piccareta che ha assicurato come questi ritrovamenti non bloccheranno l'esecuzione dei lavori di costruzione della nuova rete idrico-fognante del centro storico. Durante gli scavi sono stati ritrovati dei manufatti e dei monili in bronzo e in argento che sono stati trasferiti presso i laboratori della Soprintendenza di Taranto per la pulitura e lo studio. La direttrice scientifica degli scavi è l'archeologa Annalisa Biffino.
«Posso dire ha tenuto a sottolineare l'esperta che il dato archeologico ha confermato le antiche fonti scritte. Il sepolcreto rinvenuto è composto da 5 tombe di varia tipologia che attestano l'esistenza del sepolcreto urbano. Le due tombe a cassa in materiale tufaceo sono accostate a un tratto di muratura, verosimilmente dell'antica chiesa esistente in piazza. Al momento possiamo datare le tombe al periodo basso medievale».

La dottoressa Biffino si è, poi, soffermata sulla deposizione dello scheletro di una giovane, reclinata su fianco destro, con sovrapposto lo scheletro di un bambino. Una deposizione molto suggestiva che studieremo nei nostri laboratori. Le tombe a cassa rinvenute durante gli scavi contenevano due scheletri, alcune monete. Le tombe, fortunatamente, non sono state depredate. Infine, sono state rinvenute delle tombe a colatoio, con almeno cinque scheletri, e vari reperti metallici. Non preziosi, ma interessanti, ha concluso la Biffino. Entusiasta il sindaco Matarrelli che ha offerto alla Soprintendenza la collaborazione incondizionata del Comune. Ogni volta che si scava nel centro storico ci si imbatte in una realtà storica unica a cui noi teniamo molto, ha spiegato il primo cittadino assicurando la costante collaborazione con la soprintendenza, con Aqp e con l'impresa Spinosa. Quest'ultima - ha sottolineato - sta eseguendo molto bene i lavori. Sarebbe bello, al termine della ristrutturazione, mettere insieme quanto ritrovato a beneficio della città. Noi faremo la nostra parte».

A spiegare con dovizia di dettagli cosa sia stato trovato a Mesagne è Simone Carlucci, appassionato archeologo. «Sono state scavate, in particolare, 5 tombe, di cui tre in fossa terragna e due a cassa in muratura. Le tombe terragne sono state documentate e rimosse con lo scavo, che è un’attività di smontaggio sistematico, mentre le tombe a cassa in muratura, di cui è stato scavato naturalmente il riempimento, sono state conservate in situ.
Una tomba a cassa in muratura in pietre assemblate a secco (tomba 1) conteneva due deposizioni sovrapposte in posizione supina con braccio sinistro addotto al corpo e il destro flesso sul corpo, relative ad individui adulti di cui al momento non è ancora possibile definire sesso ed età. In corrispondenza dello sterno di entrambi gli individui sono state trovate due monete al momento non leggibili, che dovranno essere oggetto di pulizia e restauro.
In altra tomba - prosegue Carlucci - sono stati invece enucleati circa cinque individui e rinvenuti tre anelli, di cui uno in argento, un ditale probabilmente in lega di bronzo (della tipologia definita “anello da cucito”, con estremità aperta, molto diffuso a partire dal basso medioevo), due fibbie da cintura e altri elementi in bronzo. Ad un primo esame tutti i reperti citati rimandano ad un orizzonte cronologico genericamente basso medievale (sec. XIII-XV), ma solo il restauro e lo studio di dettaglio permetteranno datazioni più puntuali».
 
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