Sara, la giovane infermiera trovata morta dal papà. Dolore e indignazione: «Turno di lavoro massacrante»

Sara, la giovane infermiera trovata morta dal papà. Dolore e indignazione: «Turno di lavoro massacrante»
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Mercoledì 16 Febbraio 2022, 12:45 - Ultimo aggiornamento: 17:26

Si sta tenendo in questi minuti a San Vito dei Normanni i funerali di Sara Viva Sorge, l'infermiera 26enne che ha perso la ieri all'alba sulla provinciale tra San Vito dei Normanni e San Michele Salentino mentre stava tornando a casa dopo il secondo turno di notte consecutivo nel centro di riabilitazione della Fondazione San Raffaele di Ceglie Messapica, in cui prestava servizio da poco più di due settimane.

II ritrovamento dell'auto da parte del padre

A scoprire il corpo della figlia è stato il padre che l'aspettava a casa e non vedendola rientrare per tempo dal lavoro ha subito capito che qualcosa non andava e ha deciso di percorrere la provinciale nel senso opposto, per cercarla.

Ed è toccato proprio al padre della ragazza scoprire la sua auto distrutta al lato della strada in aperta campagna completamente distrutta. L'uomo è arrivato sul posto prima ancora dei soccorritori. Ma purtoppo per sua figlia era già troppo tardi, era morta sul colpo nello schianto della sua Renault Twingo, forse a causa dell'asfalto bagnato.

Il dolore sui social e l'indignazione per il turno massacrante


Sara aveva studiato all’università romana di Tor Vergata e aveva trovato lavoro come infermiera, da appena tre settimane. Viveva in famiglia e ogni giorno andava e tornava dall’ospedale seguendo i ritmi lavorativi imposti in questo periodo dalla pandemia. Avrebbe festeggiato il suo ventisettesimo compleanno tra pochi giorni. E ieri mattina, esausta, aveva terminato di lavorare, per la seconda volta, dalle 8 di sera alle 6 della mattina secondo quanto affermano i sindacati, che parlano di «turni massacranti». Moltissimi gli attestati di dolore, anche sui social, dove in anti hanno espresso indignazione per l'ingiusta fine della giovane. La dirigenza, i dipendenti e collaboratori della Fondazione San Raffaele che gestisce la struttura della Asl di Brindisi hanno espresso «profondo sgomento per quanto accaduto, stringendosi attorno alla famiglia di Sara nella consapevolezza che nessuno, purtroppo, potrà mai compensare il dolore di fronte ad una tragedia tanto grande quanto inaccettabile». Anche la direzione generale della Asl ha manifestato vicinanza ai parenti e agli amici della ragazza «strappata troppo presto agli affetti e alla professione».

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