Nell’epocale battaglia che il mare e le spiagge sono costrette a sostenere contro l’inquinamento della plastica, quella che può sembrare solo un’effimera goccia caduta nell’oceano, rappresenta invece una storia tutta da raccontare e condividere, da cogliere come esempio e custodire gelosamente come lezione di un cambiamento che deve necessariamente partire dai più semplici gesti.
Le protagoniste
Nonostante la giovane età di dieci e undici anni, Titti, Elena e Sofia, villeggianti presso Rosa Marina, hanno iniziato a raccogliere i pezzi di plastica galleggiante e a setacciare la sabbia dell’amata spiaggetta.
Armate di setaccio e tanta buona volontà, hanno raccolto diversi etti di minuscoli frammenti inquinanti. Materiale che poi è stato conferito negli appositi contenitori una volta rientrate a casa. Si stima che ogni anno finiscano in mare circa otto milioni di tonnellate di plastica, materiale che mette in pericolo l’ecosistema marino e le spiagge, arrivando a danneggiare anche la salute degli esseri umani.
Una piaga che si presenta a tutti i livelli, dagli oceani ai mari più vicini alle coste. Sempre più spesso nelle acque delle nostre spiagge, nonostante importanti riconoscimenti come la Bandiera Blu, notiamo galleggiare pezzi di plastica. Purtroppo però non si tratta solo di bottigliette fluttuanti, ma di pezzi di micro-plastica che vanno a incagliarsi su scogli e fondali e che possono essere ingerite da pesci, gabbiani, tartarughe e cetacei, causandone la morte. Gran parte dell’inquinamento marino è infatti causato dalla presenza di questi micro-granuli di plastica, particelle rilasciate dagli oggetti che si decompongono, e finiscono poi per risalire la catena alimentare.
Non va mai dimenticato come la plastica impieghi centinaia di anni per decomporsi. Chi di certo lo tiene bene a mente sono Titti, Elena e Sofia che, al pensiero di una futura sabbia di micro perline colorate, anziché rassegnarsi, hanno scelto di bonificare la propria spiaggia.
L’auspicio è questa bella storia sia un esempio per tanti, per chi abita questi luoghi e per chi li frequenta più o meno periodicamente.
Le campagne di sensibilizzazione ambientale operano senza sosta, occorre però che il cambiamento parta da chiunque e ovunque, affinché lodevoli comportamenti come quelli delle tre giovani villeggianti, non restino gocce vanamente cadute in oceani, ormai di micro-plastica.