Piantata e dimenticata, addio alla Foresta Orientale della periferia: rimossi centinaia di alberelli

Piantata e dimenticata, addio alla Foresta Orientale della periferia: rimossi centinaia di alberelli
di Lucia PEZZUTO
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Venerdì 19 Giugno 2020, 08:28
Centinaia di alberi abbattuti al rione Perrino di Brindisi, la Brindisi Multiservizi rade al suolo quel che restava, di secco, della Foresta Orientale creata dal Comune di Brindisi e dai cittadini per rivitalizzare uno dei quartieri più periferici della città. E' durato meno di cinque mesi il progetto tanto osannato dal Comune di Brindisi per rivitalizzare il quartiere Perrino.

Oltre cento alberelli piantati lo scorso febbraio sono stati rimossi perché secchi dagli operai della stessa partecipata del Comune, la Multiservizi, sotto gli occhi increduli dei cittadini che con entusiasmo avevano partecipato nel creare quella che era stata denominata la Foresta Orientale. La brutta sorpresa due giorni fa quando qualcuno si è accorto che gli operai della Multiservizi erano a lavoro sulla luna distesa verde compresa tra il quartiere Perrino e l'area Sin della zona industriale. Alla domanda come mai stessero sradicando gli alberelli la risposte degli operatori è stata: «Sono secchi, stiamo facendo pulizia». La Grande foresta orientale nasce da un progetto dell'assessore comunale Dino Borri insieme all'ufficio Urbanistica e assetto del territorio del Comune di Brindisi. Lo scorso febbraio furono piantati circa 300 alberi tra pini, querce e lecci donati dall'Arif con il coinvolgimento degli studenti delle scuole superiori della città.

I ragazzi seguirono in una prima fase le lezioni teoriche tenute dai rappresentanti del Fai, Arif, Comune di Brindisi ed Unisalento sulle azioni e gli obiettivi della forestazione urbana orientata alla decontaminazione dei terreni e dell'aria. Successivamente gli stessi studenti avevano provveduto alla piantumazione. Il terreno interessato era stato georeferenziato, ogni coppia di studenti aveva le sue coordinate spaziali in cui piantare l'albero e la terra prelevata era stata riposta in un vasetto che riportava il punto preciso della piantumazione e i nomi degli studenti.
Così trecento vasetti erano stati consegnati all'Arpa per l'analisi chimica, con l'impegno, ogni anno, di rifare il test in ogni piantumazione per seguire l'iter di decontaminazione del terreno. «Il Comune di Brindisi si doterà così di un Servizio Foresta' -riferiva il Comune di Brindisi in una nota, cinque mesi fa - per monitorare l'andamento dell'inquinamento. Si tratta di un progetto unico e molto innovativo che sarà un modello utile anche fuori dai nostri confini».

A questo punto, vista la fine che hanno fatto i poveri alberelli non sappiamo se il progetto sarà considerato un modello da seguire. Di sicuro le intenzioni erano buone ma qualcosa è andato storto se poi nessuno si è preoccupato di seguirlo e di vedere che fine stavano facendo gli alberelli. In ogni caso i cittadini vogliono delle spiegazioni e per averle hanno incaricato il sindacato Cobas di rivolgersi al Comune per avere delle risposte.

«La Brindisi Multiservizi ha raso al suolo un grande terreno dove alcuni mesi fa erano stati piantati centinaia di alberi con gruppi di giovani e le autorità- spiega Bobo Aprile- Qualcuno ha detto che erano secchi e nessuno li aveva innaffiati. Per noi rappresenta invece un pessimo esempio di educazione ambientale.Il Comune ha intenzione di piantare migliaia e migliaia di alberi per migliorare la qualità dell'aria in città , li farà seccare tutti?». Alla luce di questo i cittadini chiedono al Comune, alla BMS, a quale titolo hanno distrutto ciò che era stato piantato come primo esempio di riforestazione cittadina.

«Questo gruppo di cittadini afferma che non erano secchi, ma la cosa preoccupante è chi non li ha curati per niente- sottolinea Aprile- Cosa diremo a quegli studenti e ai cittadini di San Pietro 2 e di tutta la città per quello che è successo? Attendiamo risposte dalle istituzioni».
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