Migranti in protesta: rivolta e notte di roghi al centro di Restinco

Migranti in protesta: rivolta e notte di roghi al centro di Restinco
di Lucia PEZZUTO
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Martedì 12 Gennaio 2021, 12:25

Disordini nel centro di Restinco a Brindisi: gli ospiti lamentano l'assenza di un'assistenza sanitaria e incendiano i materassi per protesta. È accaduto nella notte tra domenica e lunedì scorso quando in un'ala del dormitorio, dove alcuni immigrati in attesa di rimpatrio hanno dato fuoco ai letti. In quel momento all'interno del Cpr, Centro di permanenza e rimpatrio, era presente una sola operatrice in servizio per il turno di notte. All'improvviso il fumo e le fiamme. La donna ha allertato subito i soccorsi ed in attesa dell'intervento dei vigili del fuoco ha provato a domare il rogo con un estintore. Solo all'arrivo dei vigili del fuoco l'incendio è stato domato.


Varie suppellettili sono andate distrutte e l'ambiente è stato dichiarato inagibile a tal punto che 26 ospiti su 46 sono stati trasferiti in una struttura più idonea. L'incendio, di natura dolosa, sarebbe stato appiccato dagli stessi migranti come forma di protesta. Stando a quanto loro stessi hanno dichiarato da alcuni giorni non ricevevano assistenza sanitaria nonostante le continue richieste soprattutto per alcuni di loro che manifestavano problemi di salute. «Le persone trattenute nel centro ricevono tutte le cure mediche di cui eventualmente necessitano, sia all'interno della struttura che presso i presidi sanitari territoriali», smentisce la Prefettura, a margine di una riunione di coordinamento interforze, subito convocata dal Prefetto Carolina Bellantoni per individuare le misure da attuare nell'immediato.Nelle more dei lavori di ripristino dei locali interessati dall'incendio, gli stranieri ospitati saranno in parte trasferiti in centri analoghi di altre province, in parte risistemati all'interno dei lotti della struttura di Restinco. Fortunatamente il rogo non ha comunque causato feriti. Intanto proprio nei giorni scorsi si è svolta la manifestazione dei dipendenti della cooperativa che lavora nella struttura di accoglienza.

Il loro contratto di lavoro è passato da 38 ore settimanali a 15 ore e nella maggior parte dei casi, in ragione del numero degli ospiti presenti in struttura, a sole sei ore settimanali, per un stipendio di circa 200 euro al mese.


«In attuazione delle politiche di Salviniana memoria, il bando a suo tempo prodotto dalla Prefettura di Brindisi, per la gestione del Centro di accoglienza Restinco (Cara e Cpr), ha determinato una serie di gravi criticità: tagli radicali sul personale e sulle ore contrattualizzate - aveva dichiarato la Cgil lo scorso 8 gennaio - provocando un duro colpo per l'occupazione e per tutte quelle persone messe alla porta da un giorno all'altro, indipendentemente dalla propria professionalità e dedizione; condizionato un progetto volto a promuovere una reale inclusione e integrazione verso le persone accolte; determinato gravi implicazioni di carattere sociale». Gli stessi operatori impegnati nel centro di Restinco, circa dieci, hanno riferito delle difficoltà nelle quali lavorano: le ore di lavoro sono diminuite ma le responsabilità sono triplicate. «In maniera più esplicita aggiunge la Cgil pare evidente che non si siano ancora superate le precedenti politiche tese a creare marginalità di soggetti già fragili, esponendoli ulteriormente a condizioni di privazioni, ma soprattutto i Lavoratori che da più di un lustro operano nei centri di accoglienza sono stati sconfinati improvvisamente in una condizione di grave disagio».


Ma anche sul tema della sicurezza del personale, la Prefettura precisa: «La protesta avviata nei giorni scorsi riguarda i lavoratori dipendenti dalla cooperativa che ha assunto la gestione del Cara di Restinco - che, come noto, è un centro di accoglienza per richiedenti protezione internazionale, del tutto distinto rispetto al Cpr - dove si sono determinate le criticità segnalate, che non riguardano invece il Cpr».

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