Pulizie straordinarie nel dormitorio per i migranti
Si temeva la chiusura ma la struttura ha riaperto

L'attesa della riapetura del dormitorio
L'attesa della riapetura del dormitorio
di Tea SISTO
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Giovedì 7 Aprile 2016, 06:18 - Ultimo aggiornamento: 15:30
BRINDISI - Stanchissimi, affamati, sporchi e, soprattutto, angosciati. Gli ospiti del dormitorio di via Provinciale San Vito sono arrivati ieri alla spicciolata in sella alle loro preziose biciclette, dalle 17 in poi, dopo due turni di lavoro pesante nei campi. Doppio turno significa doppia giornata di paga e tanto basta per non fare tanto gli schizzinosi. La terra sulle scarpe, il sudore. Le porte del centro notturno di accoglienza erano chiuse. Sapevano che sarebbe potuto accadere. Di mattina c’era stata un’operazione di bonifica. Indispensabile. In quel dormitorio, realizzato per ospitare 80 migranti, se ne erano infilati piano piano altri 120. Duecento in tutto che dormivano per la maggior parte su materassi, recuperati non si sa come e sistemati sul pavimento. Quei materassi assieme al resto della spazzatura sono stati buttati nel cortile. I bagni sono stati resi più o meno agibili.
 
È stata fatta una pulizia di primavera sommaria, per quanto potesse concedere la situazione. Erano tutti lì, seduti sui gradini o in piedi, in ansiosa attesa con la paura di essere sbattuti fuori, tutti, non solo gli “abusivi”. Si prospettava una notte da trascorrere nelle strade, per terra, o, per i più fortunati e svelti, sulle poche panchine. Poi il miracolo, forse dovuto al tam tam che ha mobilitato un piccolo gruppo di “sentinelle” della Flai Cgil, del Comitato Migranti e Mediterraneo e di altre persone impegnate nel sociale. Alle 19 in punto il custode ha aperto il portone. I ragazzi, molti del Senegal e del Mali, del Burkina Faso si sono precipitati dentro. L’acqua era la loro emergenza. Dovevano lavarsi, ma anche verificare se avevano ancora un materasso. E volevano riposare. «Sono strafelici», ha dichiarato subito Angelo Leo, della segreteria della Flai Cgil, che segue molti dei braccianti africani e che già da ieri era stato tempestato di telefonate da questi ragazzi che temevano il peggio. «Ma il problema resta. Stanotte hanno un tetto, domani non si sa. Bisogna trovare soluzioni alternative». Per queste soluzioni “altre” rispetto al dormitorio è anche Katja Cucinelli del Comitato Migranti e Mediterraneo. «Ci sono altri luoghi, altre strutture pubbliche che potrebbero essere utilizzate per evitare il sovraffollamento», spiega. «C’è, per esempio, l’Ostello della gioventù, non lontano dal dormitorio, che non è attualmente utilizzato».

Nel gruppo, che “vigilava” ieri davanti al dormitorio, c’era anche Riccardo Rossi, candidato sindaco. «Questo posto è degradato ma non c’è un limite al peggio. E peggio sarebbe stato lasciare questi ragazzi di notte senza un tetto», dice. «Hanno fatto bene a fare un minimo di bonifica per rendere il dormitorio appena vivibile e non possiamo che ringraziare il commissario Castelli per questo. Ma con lui dovremo discutere di soluzioni alternative per far vivere questi lavoratori, perché sono tutti lavoratori, con un minimo di decoro. Chiediamo quindi al commissario prefettizio di non prendere decisioni drastiche e, se possibile, di consultare, per eventuali soluzioni alternative, le organizzazioni sindacali che si occupano di questi braccianti e le associazioni di volontariato che seguono il destino dei migranti».

E i ragazzi tornati dai campi? Sorridevano. Un’altra notte è andata. Contenti? Uno di loro, in perfetto italiano ha detto: «Meglio che dormire fuori. Ma non è bella la vita qui». Gli altri annuivano. Sì, parlava a nome di tutti.

 
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