Il premio Nobel per la pace 2020 è stato assegnato al World Food Programme. E anche Brindisi, tra le sei al mondo, con orgoglio festeggia. L'Italia è infatti collocata al centro delle grandi decisioni strategiche che riguardano il cibo e l'agricoltura e, grazie alla presenza del Wfp, anche dell'assistenza e della solidarietà verso le popolazioni colpite da gravi emergenze. In questo quadro si inserisce la decisione più recente del Wfp e del governo italiano di aprire la prima Base di Pronto Intervento Umanitario (Unhrd) a Brindisi. Inaugurata nel 2000 e da allora gestita dal Wfp, la base è subito diventata un modello di efficienza e di tempestività nel rispondere rapidamente ad alcune fra le più gravi emergenze che hanno colpito diverse aree del Pianeta. Il successo della base di Brindisi, condiviso fra l'Italia e il Wfp, ha fatto sì che altre basi dello stesso tipo venissero man mano aperte in altre aree strategiche del mondo. Ad oggi, esistono basi Unhrd anche a Panama, in Ghana, a Las Palmas in Spagna, a Dubai e in Malaysia. L'Italia considera l'organizzazione un interlocutore essenziale nella sua politica di Cooperazione, mentre il Wfp considera il nostro paese un partner fondamentale.
Le motivazioni. «L'epidemia di Covid rende più urgente la lotta alla fame», è quanto si legge nelle motivazioni del comitato che si occupa ogni anno di assegnare il prestigioso premio. «Il Wfp è stato insignito del premio Nobel per la pace 2020 per i suoi sforzi nel combattere la fame, per il suo contributo nel migliorare le condizioni per la pace nelle aree colpite da conflitti e per la sua azione nel guidare gli sforzi per prevenire l'uso della fame come un'arma di guerra e conflitto». «Sentiti ringraziamenti al Comitato dei Nobel per aver onorato il Wfp con il premio per la pace. Questo ricorda in maniera potente al mondo che pace e zero fame vanno di pari passo». Così in un tweet il Programma alimentare mondiale, mentre un suo portavoce, Tomson Phiri, ha parlato di «momento di orgoglio» per l'agenzia delle Nazioni Unite con sede a Roma. «Siamo scesi in campo - ha sottolineato, in un riferimento all'impegno degli ultimi mesi contro il coronavirus - Ad un certo punto siamo stati la più grande compagnia aerea del mondo, quando la maggior parte se non tutte le linee aeree erano a terra».
Le reazioni. «Un nobel della pace quanto mai meritato».
Il Nobel della Pace 2020 al World Food Programme «ha un altissimo valore perché dà forza a tutte quelle pratiche istituzionali e associative vigili e attente all'emergenza alimentare e sulla necessità di trovare strumenti sempre più adeguati per sconfiggerla, in linea con gli obiettivi Fao #famezero2030». Così anche la ministra delle Politiche agricole, alimentari e forestali Teresa Bellanova in un post su Fb. Allo stesso tempo, continua la ministra, «evidenziando lo stretto legame tra fame, emergenza climatica, desertificazione di vaste aree del pianeta, guerra e povertà, impone la presa d'atto di un tema non più derubricabile, il tema dei temi: riequilibrare i rapporti di scambio e considerare quella della migrazioni una grande questione geopolitica che anche l'Europa deve mettere al primo posto della sua agenda. Sovranità , salute e sicurezza alimentare, diritto al cibo e cibo di qualità per tutti sono le priorità - sottolinea - all'ordine del giorno. Le strategie dei Paesi e dei sistemi di governance sovranazionale dovranno saper rispondere adeguatamente con una capacità di lungimiranza mai vista prima. Questo è il nostro compito, e nel nostro piccolo la politica di costruzione del Fondo emergenze Alimentari va in questa direzione, esattamente come affermare - conclude - l'urgenza non più rinviabile di sancire il diritto al cibo di qualità per tutti in Costituzione».