La bassa marea nel porto di Brindisi svela cinque antiche ancore che hanno incuriosito molti cittadini

Una delle antiche ancore riemerse dalle acque del porto in questi giorni
Una delle antiche ancore riemerse dalle acque del porto in questi giorni
di Salvatore MORELLI
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Sabato 25 Febbraio 2023, 21:10 - Ultimo aggiornamento: 28 Febbraio, 16:19

Il mistero delle 5 ancore sepolte sui fondali del porto interno di Brindisi. Rimaste adagiate sui bassi fondali del Seno di Ponente e mai più rimosse nonostante una bonifica che negli anni scorsi ha interessato tutta l’area portuale tra le banchine della Marina militare e l’ex Collegio navale “Tommaseo”. Abbandonate a futura memoria ma tutt'altro che “invisibili”, specialmente dopo l’ultima ed eccezionale bassa marea che, come altre aree costiere della Puglia, ha interessato in questi giorni anche il lungomare Vespucci, dove il mare incontra la foce del canale Cillarese.

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Le ipotesi su datazione e provenienza

In particolare, due sono ancore di tipo “Hall” (ideate alla fine del XIX secolo ed ampiamente utilizzate per le navi di numerose marinerie nel mondo, tra cui quella italiana), affiorate a pochi metri dalla banchina di via Ettore Ciciriello. Un vero mistero il motivo per il quale siano state abbandonate in quel tratto del porto e mai più rimosse. Come il nome delle navi di appartenenza, di sicuro di grossa stazza vista la grandezza di queste ancore. Forse risalenti alla Seconda guerra mondiale (finita nel 1945), quando nel Seno di Ponente le navi abbondavano. O forse alla Grande guerra, quando quell’area intorno al castello Svevo era già importante per la Regia marina militare. 

L'idea del recupero e dell'esposizione

Ma quel tipo di ancora, molto pesante e dunque difficile da recuperare senza strumentazione specializzata, viene tutt’oggi utilizzata su molte navi militari e mercantili. A queste se ne aggiungono, come accennato, altre tre. Per un totale di cinque ancore che stanno destando in questi giorni molta curiosità e che potrebbero trovare un’altra collocazione per raccontare alla città la storia di un porto e di un passato speciale, quello marinaresco. 

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