Per il porto di Brindisi un 2023 tra nuove opere, Piano regolatore e investimenti, dopo un 2022 da record per le merci

Ugo Patroni Griffi
Ugo Patroni Griffi
di Francesco RIBEZZO PICCININ
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Venerdì 30 Dicembre 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 07:09

Per un anno che si è chiuso positivamente sul fronte dei traffici, ne arriva uno nuovo che dovrebbe portare a «cominciare a cogliere i frutti del lavoro fatto» soprattutto sul fronte della pianificazione e delle nuove infrastrutture.

I risultati dell'anno che si sta per chiudere

A tracciare un bilancio del 2022 e provare a prevedere quello che sarà il 2023 dello scalo di Brindisi è il presidente dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico meridionale Ugo Patroni Griffi.
«Innanzitutto - esordisce - chiudiamo quest’anno con il record dell’ultimo ventennio per la movimentazione di merci. Dovremmo avere raggiunto, infatti, i 19 milioni di tonnellate. Un ottimo risultato anche se volessimo scorporare l’incidenza del carbone. Significa, infatti, che c’è una buona vitalità e quindi anche altri traffici si sono aggiunti al carbone quando fino a qualche tempo fa il porto di Brindisi solo di questo viveva. Oggi, finalmente, abbiamo uno scalo davvero polifunzionale, con moltissime tipologie di merci». Resta, tuttavia, la preoccupazione legata alla decarbonizzazione. «Leggo in queste ore - commenta il presidente dell’Autorità di sistema - che si parla di rigassificatore a Taranto. E perché non a Brindisi, mi chiederei io, considerato che i nuovi impianti permettono la rigassificazione anche dell’idrogeno, cosa che accelererebbe la transizione energetica. La speranza, quindi, è che le opportunità offerte oggi dalla green economy siano colte anche dal porto di Brindisi».

Corridoi e autostrade del mare

Si passa poi al 2023. «Per l’anno prossimo - prevede Patroni Griffi - c’è la battaglia per i corridoi logistici ed in particolare per ottenere l’allungamento del corridoio fino a Brindisi e per collegare i corridoi balcanici a quello adriatico, rinsaldando un legame con i porti di Brindisi e Bari. In questo senso dobbiamo monitorare con attenzione anche l’evolversi della legislazione in materia di autostrade del mare, per potenziare la vocazione dei nostri scali con lo short sea shipping, tanto più che oggi c’è una presenza italiana importante ad Igoumenitsa».

Le opere del Piano di ripresa e resilienza

Poi c’è il Pnrr, che vede Brindisi destinataria di tre finanziamenti per le opere nel porto. Il primo, il cold ironing, ovvero l’elettrificazione delle banchine «che sta andando speditamente» e che si completa con il progetto della filiera logistica legata all’agroalimentare finanziato dal ministero dell’Agricoltura. «E poi - prosegue il presidente dell’Authority - i due progetti principali, il principale dei quali dal punto di vista delle possibilità di sviluppo del porto è la cassa di colmata, che “regge” a sua volta i dragaggi ed i nuovi accosti di Sant’Apollinare. Parallelamente dovremmo chiudere la procedura di Via per Capo Bianco, per la cui area abbiamo molte richieste. Ci sono degli interessi che si sono concretizzati, a parte quelli già noti, che comportano moltissimi posti di lavoro e che renderemo pubblici nei primi mesi dell’anno prossimo.

E ci aspettiamo che siano cantierizzati investimenti privati come Act Blade e Edison». Molte novità in vista anche sulla cantieristica navale, con «privati già pronti ad effettuare investimenti per il potenziamento delle capacità». Sul fronte delle opere, nelle scorse ore è arrivata la validazione da parte di Asset al progetto del pontile a briccole, che sarà dunque cantierizzato a breve. «In più - aggiunge il presidente dell’ente portuale - stiamo chiudendo un contenzioso con Versalis ed abbiamo fatto molti progressi nella definizione di qualche problemino degli anni passati. Siamo quindi ottimisti».

La pianificazione già avviata e da portare a conclusione

Infine, il Piano regolatore portuale. «Credo che dovremo concentrarci - conclude Patroni Griffi - sulla chiusura nel più breve tempo possibile del Prp. Ma questo dipenderà molto dalle lungaggini della Vas. L’ultimo parere che stiamo attendendo, quello del Consiglio superiore dei Lavori pubblici, dovrebbe arrivare tra gennaio e febbraio. Dopo di che, potremo finalmente chiudere il procedimento relativo alla nuova pianificazione del porto, una cosa sicuramente significativa. Ma nell’anno che verrà dovremo anche confrontarci con gli operatori per poter chiudere il progetto del sistema orbitale di stazioni marittime a servizio delle varie attività, con tre tipi di traffici - Schenghen, extra-Schenghen e crcocieristico - che dovrebbero essere presidiati non dico da altrettanti ma almeno da due terminal. Insomma, mi pare che non si sia stati fermi ed è arrivato quindi il momento di iniziare a cogliere qualche frutto del lavoro svolto in questi anni».

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