Interdittiva antimafia, l'Autorità portuale revoca la concessione per il porticciolo

Il porticciolo di Brindisi
Il porticciolo di Brindisi
di Francesco RIBEZZO PICCININ
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Sabato 6 Aprile 2019, 09:04
Terremoto sul porticciolo turistico di Brindisi. L'Autorità di sistema portuale dell'Adriatico meridionale ha revocato le concessioni in capo alla società Bocca di Puglia, che gestisce l'omonimo porticciolo turistico proprio di fronte al Forte a Mare. Il provvedimento, «un atto dovuto» spiega il presidente dell'Authority Ugo Patroni Griffi firmatario del decreto di revoca, è strettamente collegato con l'interdittiva antimafia disposta dalla Prefettura di Roma nei confronti del socio di maggioranza di Bocca di Puglia, ovvero Igeco Costruzioni.
Il decreto prevede lo sgombero di tutte le aree a terra occupate e degli specchi d'acqua nei quali sono installati i pontili galleggianti che sono stati oggetto di concessione da parte dell'Autorità di sistema portuale dell'Adriatico meridionale, ai tempi Autorità portuale di Brindisi. Entro tre mesi dalla notifica dell'atto, dunque, tutto quanto dovrà sparire.
Igeco ha già presentato ricorso contro l'interdittiva della Prefettura di Roma ma in attesa della decisione del tribunale amministrativo, l'Authority ha comunque avviato l'iter per la revoca della concessione. L'ente, infatti, non ha ritenuto sufficiente il cambio di amministratori della società né l'integrazione documentale presentata da Igeco ed ha evidenziato che il socio di maggioranza di Bocca di Puglia è ancora, di fatto, la stessa Igeco. Questo nonostante la messa in vendita, da parte della società che ne detiene la maggioranza, delle quote del porticciolo disposta in applicazione del piano presentato al tribunale, nell'ambito della procedura di tutela dall'interdittiva disposta dalla Prefettura di Roma per questioni estranee alla gestione del porticciolo.
«Il socio di maggioranza di Bocca di Puglia - spiega il presidente dell'Autorità di sistema Ugo Patroni Griffi - è stato destinatario di una interdittiva antimafia e in questi casi la legge ci obbliga a sancire la decadenza. Stiamo, quindi, facendo rispettare la legge. Naturalmente, se come è accaduto in altri casi l'interdittiva dovesse essere revocata, ne terremo conto». Il presidente ribadisce di avere a cuore l'economia della città e dunque anche le attività diportistiche che si svolgono in quell'area del porto, «che noi vogliamo certamente tutelare e sostenere in tutte le maniere possibili, tranne che andando contro la legge».
La politica, intanto, alza al voce e chiede l'intervento del sindaco Riccardo Rossi. La cessione delle quote del Comune all'interno della società Bocca di Puglia stabilita dall'allora commissario straordinario del Comune di Brindisi Santi Giuffrè non è ancora stata perfezionata, dunque almeno formalmente l'ente di piazza Matteotti dovrebbe ancora avere voce in capitolo. L'argomento è stato affrontato durante l'ultima assemblea dei soci, nello scorso mese di ottobre, ma il Comune aveva annunciato l'opposizione alla valutazione delle proprie quote, ritenuta insufficiente.
La revoca delle concessioni, lancia l'allarme il consigliere comunale di Forza Italia Gianluca Quarta, «mette in serio pericolo l'esistenza del porticciolo di Brindisi. Il decreto presidenziale, infatti, prevede che vengano sgomberate le aree occupate e gli specchi d'acqua antistanti oggetto delle concessioni. Il tutto, entro il termine di 120 giorni a partire dalla notifica dell'atto».
Al netto di un eventuale, e molto probabile, ricorso da parte di Bocca di Puglia di fronte al Tribunale amministrativo regionale, per il consigliere di Forza Italia «va posto in risalto il fatto che non risulta che provvedimenti di revoca delle concessioni siano stati posti in essere anche in relazione agli altri porticcioli pugliesi di cui è socia di maggioranza la Igeco Costruzioni». Strutture che, fanno sapere tuttavia dall'Autorità di sistema portuale, non si trovano su concessioni rilasciate dalla stessa Authority ma da altri enti.
«Ë importante inoltre - aggiunge Quarta - che l'amministrazione comunale intervenga con decisione (anche costituendosi nella stessa procedura), in considerazione del fatto che il porticciolo è un patrimonio della città e che non è stata conclusa la procedura di cessione delle quote (e quindi ci sarebbe un danno erariale per il Comune in caso di conferma della revoca delle concessioni)».
Infine, conclude il consigliere azzurro, «è importante tenere desta l'attenzione per evitare che dietro questo provvedimento possa poi configurarsi una speculazione da parte di chi pensa di acquisire la struttura portuale turistica dei brindisini con quattro soldi. Un motivo in più per dar vita ad azioni immediate ed incisive».
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