Addio Authority unica, Bari e Taranto autonome. E Brindisi “cancellata”

Addio Authority unica, Bari e Taranto autonome. E Brindisi “cancellata”
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Venerdì 15 Gennaio 2016, 10:29 - Ultimo aggiornamento: 10:30

Brindisi con Bari e Manfredonia mentre Taranto fa parte per se stessa. Proprio come aveva annunciato qualche tempo fa il sindaco di Bari Antonio Decaro. Si avvera così il peggiore degli scenari immaginati dalla politica locale: l’unico porto a rimanere senza una governance autonoma sarà quello di Brindisi, sostanzialmente “degradato” a direzione marittima. È quanto emerge dall’ennesima indiscrezione sulla bozza di riforma della portualità italiana che prevede, contrariamente a quanto era emerso nei mesi scorsi, la riduzione del numero delle Autorità portuali dalle attuali 24 a 15, e non più a 14, proprio per la “concessione” a Bari, che in questo modo non dovrà fondersi con tutti i porti della Regione ma solo con i più piccoli Brindisi e Manfredonia, riuscendo così - verosimilmente - a mantenere un grado di autonomia molto maggiore rispetto alla configurazione ad un unico ente.



Questo a decisione, tuttavia, per la politica brindisina snatura lo spirito iniziale della riforma, che prevedeva per l’appunto un’unica Autorità di sistema portuale della Puglia. Per quanto riguarda le competenze, i nuovi enti avranno compiti di promozione, pianificazione e controllo mentre il vero coordinamento delle politiche portuali nazionali arriverà da Roma, dalla Direzione per i Porti e la Logistica del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Ma cambierà anche l’organizzazione interna delle nuove Autorità portuali. Innanzitutto, il presidente. O meglio, i presidenti, che in Puglia saranno due: uno a Bari e uno a Taranto.

L’organo di vertice sarà ancora una volta di nomina ministeriale, sentito il governatore della Regione (o delle Regioni, in alcuni casi) di riferimento. Il presidente sarà affiancato da un Comitato di gestione formato da un componente nominato dalla Regione, da uno nominato dalla Città metropolitana (se presente) e dai direttori delle direzioni portuali, che nel caso di Bari saranno, oltre a quello del capoluogo, quelli di Manfredonia e di Brindisi. Il territorio tarantino, invece, non dovrebbe avere altre direzioni portuali. Entrambe le Autorità di sistema portuale pugliesi, come del resto le altre 12 italiane, selezioneranno inoltre gli investimenti da finanziare con risorse pubbliche attraverso analisi costi-benefici e con preferenza a quelle cofinanziate da privati.

Il nuovo assetto con le novità nel numero delle Autorità di sistema portuale si trova all’interno di uno dei decreti attuativi della riforma Madia, ovvero quella della pubblica amministrazione. Il passaggio in consiglio dei ministri dovrebbe arrivare tra oggi e il prossimo venerdì. Ma questo non vuol dire che, una volta passato il vaglio dei ministri, la riforma sarà immediatamente in vigore.

Alla luce della sentenza della Corte costituzionale dei mesi scorsi, che ha dichiarato incostituzionale il comma 1 dell’articolo 29 del decreto Sblocca italia, prima che la riforma possa entrare in vigore, dovrà passare attraverso le Forche Caudine del conferenza Stato-Regioni. E proprio qui Brindisi spera di riuscire a recuperare la posizione di svantaggio in cui si è ritrovata, finendo per essere in sostanza la sede dell’unica Autorità portuale cancellata di tutta la Puglia.

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