Pizzo imposto a bar e pizzerie: gli affari degli emergenti della Scu. L'esattrice una donna di 22 anni

Pizzo imposto a bar e pizzerie: gli affari degli emergenti della Scu. L'esattrice una donna di 22 anni
di Erasmo MARINAZZO
6 Minuti di Lettura
Martedì 31 Gennaio 2023, 10:10 - Ultimo aggiornamento: 21:36

Pizzo a bar e pizzerie di Brindisi con visite giornaliere per riscuotere la 50, la 70 come anche la 100 euro. Blitz e arresti. In quel clima di intimidazione definito estorsione ambientale dagli analisti del crimine, che avrebbe fatto diventare una cosa normale fare un salto per farsi servire uno snack o un cornetto quando si aveva voglia di qualcosa di dolce o comprare il latte per casa, senza passare dalla cassa. Ed all'uomo indicato come il reggente del clan Romano-Coffa, Gianluca Volpe, il nuovo boss, si dice che il gestore di uno dei bar più frequentati della città gli regalò bottiglie di alcolici del valore di 500/600 euro alla vigilia del suo compleanno.

L'esattrice del boss: una 22enne


Emissaria delle richieste del compagno Gianluca Volpe, l'accusa costata gli arresti domiciliari a Nyuma Clarissa Lazzaro, 22 anni.

Le intercettazioni dell'inchiesta della Procura antimafia di Lecce e della Squadra mobile di Brindisi quantificano - secondo l'accusa - gli importi chiesti ai gestori di bar e ristoranti. I conti la Lazzaro li fa con Daniela Elia (colpita dalla stessa misura nel blitz di ieri) il 12 dicembre del 2019 mentre erano in macchina. Elia: «Quanto c...prendi al giorno». Lazzaro: 100 euro. Amica: «100 euro...izza». Per poi sostenere di fare lì la spesa e ricordare il carisma criminale del compagno: nonostante lui, in quel bar sono andati a rubare.

Le intercettazioni


Alla stessa Lazzaro viene contestato di avere bussato cassa anche alla pizzeria del centro dove sulle prime i gestori avrebbero manifestato una certa ritrosia a sottoporsi al pagamento del pizzo. E per questo Gianluca Volpe avrebbe dato disposizioni di abbassare le serrande. 
In quel bar di un quartiere periferico il clan avrebbe trovate porte aperte invece. Lazzaro: «Sì, l'altra volta mi ha dato i soldi davanti a tutte le persone...non è normale...la gente poi guarda, giustamente». Salvo poi farsi prendere la mano e subire le rimostranze dei titolari. 
Francesco Raia (colpito dalla misura del carcere), descrivendo cosa era accaduto: «Ho visto che si stava arrabbiando, ho preso e me ne sono andato. Ho visto che stava guardando sia la porta, le cose, che so frà (contrazione di fratello, ndr)».

La riscossione del pizzo


Come avrebbe funzionato la riscossione del pizzo? Se ne parla ancora nell'intercettazione del dialogo fra la Lazzaro, la Elia ed un'amica. Amica: «Ma tu ogni quanti giorni vai?». Lazzaro: «Tutti i giorni». Elia: «Tutti i giorni vai?». Lazzaro: «Tutti i giorni no, ma Luca sì». Elia: «Quando ti vedono diranno sicuramente madonna mia questa qua». LazzarO: «Sì, di nuovo qua sta questa». Elia: «Quanto di dà, 50 euro al giorno?». Lazzaro: «Sì, dipende 50...a Luca 70/80...ma io la spesa faccio...le sigarette ed altro». Elia: «E come cavolo è che nonostante stava Luca sono andati pure a rubare». Lazzaro: «Sì, non sappiamo neanche chi è stato. Ma quelli quando stanno, così trovano quelli che li difendono». Elia: «Sul (fa il nome del quartiere, ndr) non si guarda in faccia più a nessuno».
Arrivate davanti al bar, le due donne riprendono il discorso. La considerazione di Elia: «Madonna, io non mi voglio fare vedere da questo, caso mai dice a mio marito....ma tua moglie che c...fa....viene tutti i giorni qua...si è data all'estorsione». E poi la domanda: Non ti ha dato niente questa volta?». Lazzaro: «Come no. Mica vengo a vuoto, 30 euro mi ha dato. Mi ha detto, passa dopo che ti prendi la 50». Elia: «Quanto c...prendi al giorno». Lazzaro: «100 euro». Elia: ««100 euro...izza». Lazzaro: «Quello lavora...una miniera è...c...loro...io basta che me li prendo...chec...me ne fotto».
 

Le carte dell'inchiesta

Anche per questo nelle carte dell'inchiesta si trova un passaggio che, se dovesse trovare conferma nei tre gradi di giudizio, dimostrerebbe come a Brindisi sia ancora lunga la strada per liberarsi dalla cappa calata dalla criminalità: «L'intera attività di intercettazione ha evidenziato lo stato di profondo assoggettamento delle vittime, a fronte della prospettazione di male futuro, tale da determinare agevoli adesioni da parte dei commercianti taglieggiati». Volpe, il boss che nelle intercettazioni si vanta di avere a disposizione un alloggio polare tutto a disposizione del suo cane, che ottiene un telefono cellulare in carcere con il quale comunica di essere diventato responsabile del secondo piano e che cerca di fermare i poliziotti quando si presentano a casa di un collaboratore di giustizia per allontanarlo d evitare così che subisca ritorsioni.

Sono 14 le persone nei guai


Le carte sono quelle dell'ordinanza di custodia cautelare notificata ieri mattina a 14 persone nell'inchiesta del pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia, Giovanna Cannalire, e dei poliziotti della Squadra mobile della Questura di Brindisi. Il blitz fa seguito ed amplia il numero delle persone colpite e i fatti contestati con gli arresti di luglio dell'anno scorso poiché allora la giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lecce (competente nel distretto di Corte d'Appello per i reati di mafia ed altro), Laura Liguori, non aveva accolto una parte delle richieste della Procura antimafia che per questo presentò appello al Tribunale del Riesame. Dopo l'accoglimento e la recente conferma della Corte di Cassazione, sono diventate esecutive le correzioni apportate dai giudici del Riesame (estensore Antonio Gatto, presidente Carlo Cazzella).

In carcere


Per questo sono stati condotti in carcere per Gianluca Volpe, 25 anni, di Brindisi; Giovanni Bagnuli, 69 anni, di Brindisi; Marcello Campicelli, 58 anni, di Brindisi; Alessandro Coffa, 39 anni, di Brindisi; Valerio Protopapa, 48 anni, di Brindisi; e Francesco Raia, 40 anni, di Brindisi; Salvatore Volpe, 27 anni di Brindisi. Domiciliari per Pietro Corsano, 53 anni, di Brindisi; Salvatore Del Monte, 29 anni, di Brindisi; Daniela Elia, 53 anni, di Brindisi; Rosaria Lazoi, 60 anni, di Brindisi; Nyuma Clarissa Lazzaro, 22 anni, di Brindisi; Giovanni Quinto, 23 anni, di Brindisi; Marco Sirena, 32 anni, di Brindisi; e Cosimo Toblen, 37 anni, di Brindisi. Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per Luca Trane, 40 anni, di Brindisi. Si tratta di una ordinanza di custodia cautelare e non di una sentenza definitiva, per questo vale per tutti la presunzione di innocenza fino all'ultimo grado di giudizio.


Associazione di stampa mafioso, associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga, spaccio, rapina e detenzione di armi, le accuse a vario titolo. Difesi dagli avvocati Giuseppe Guastella, Laura Beltrami, Elvia Belmonte, Cinzia Cavallo, Daniela D'Amuri e Giacomo Serio, gli indagati saranno sottoposti nelle prossime ore agli interrogatori di garanzia.
 

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