Pronto il piano regolatore portuale ma Rossi critica: «Non siamo stati coinvolti»

Una veduta del porto di Brindisi
Una veduta del porto di Brindisi
di Francesco RIBEZZO PICCININ
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Martedì 23 Agosto 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 23:24

Tutto pronto per l’adozione del nuovo Piano regolatore portuale di Brindisi. Proprio nella giornata di ieri, infatti, l’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico meridionale ha invitato presso i propri uffici i rappresentanti di Comune, Provincia, consorzio Asi ed altri enti ad una presentazione del Prp, che supererà finalmente il Piano redatto a metà degli anni Settanta ed attualmente ancora in vigore, pur con alcune varianti. In particolare, erano presenti il sindaco Riccardo Rossi, mentre il presidente della Provincia aveva delegato “con tutti gli ampi e completi poteri di legge” il capogruppo in consiglio provinciale di Fratelli d’Italia Massimiliano Oggiano ed il sindaco di Torchiarolo, nonché consigliere provinciale, Elio Ciccarese. Proprio durante la presentazione, tuttavia, non sono mancate le polemiche. In particolare, il Comune di Brindisi ha contestato il mancato coinvolgimento rispetto a questioni che sono legate e doppio filo con lo sviluppo della città.

Un risultato atteso

«Si tratta - ha commentato il presidente dell’Autorità di sistema Ugo Patroni Griffi, evitando di entrare in polemica - del Piano regolatore portuale che il cluster reclama. Tant’è vero che il documento è stato approvato all’unanimità dall’organismo di partenariato che rappresenta proprio il cluster marittimo. Un Piano ambiziosissimo che disegna un vero porto “core” e che prevede, tra le altre cose, batimetrie importanti e fortemente attrattive per nuove tipologie di traffico, consolidando anche quello attuale. E che enfatizza la polifunzionalità del porto di Brindisi, garantendo una suddivisione organica dei traffici, e favorisce nuovi insediamenti nelle aree portuali e retroportuali. Si è sempre detto che l’assenza del Piano regolatore portuale ha rallentato lo sviluppo dello scalo. Ora il Prp esiste, seppure in bozza ma comunque completo. Ed è pronto per essere sottoposto al comitato di gestione. Credo che sia un evento da celebrare».

Trasparenza e partecipazione

Della necessità della redazione del nuovo Prp, in effetti, si discute da anni. Proprio nei mesi scorsi, tra l’altro, ad iter già avviato, Cgil ed associazioni ambientaliste avevano chiesto all’Authority di rendere noti i nomi dei professionisti incaricati della redazione del Piano. Oltre a questa richiesta di trasparenza, Forum Ambiente Salute e Sviluppo, Italia Nostra, Wwf e Legambiente evidenziavano come il Prp dovesse inevitabilmente confrontarsi e raccordarsi, soprattutto in una realtà come quella di Brindisi, con il Piano regolatore generale della città. «Per fare ciò - sostenevano le associazioni - nei vari tavoli tecnici di collaborazione e di elaborazione non può mancare la presenza qualificata di tecnici e professionisti che conoscono a fondo la realtà brindisina, sia portuale sia cittadina, cosa che auspichiamo sia avvenuta».

Tutto questo nonostante le difficoltà riscontrate durante l’iter del Pug, con il Documento programmatico preliminare discusso per un anno dalla commissione Urbanistica e poi sparito nel nulla dopo l’annuncio da parte del sindaco della necessità di ulteriori modifiche.

I contenuti del Prp

Tra le altre previsioni inserite all’interno del nuovo Piano regolatore portuale c’è l’ampliamento degli spazi a disposizione della Marina militare, con alcune aree sulla colmata di Capo Bianco che, sottolinea Patroni Griffi, «acquisisce funzione duale, tra cantieristica e servitù militari, per permettere alla Marina di allocare il nuovo naviglio che vorrebbe portare a Brindisi». Previsto anche un aumento da 70 a 100 metri della larghezza “sfruttabile” del canale Pigonati «senza alterare la geografia dei luoghi, creando uno scatolato che ne permette la totale fruibilità. È come se lo allargassimo di 30 metri, senza andare ad incidere sul profilo del porto», sottolinea il presidente, che tuttavia dice di non avere preclusioni sull’eventuale allargamento: ipotesi da sottoporre al Consiglio superiore dei lavori pubblici. Lo stesso presidente, poi, non esclude la possibilità di prevedere l’abbassamento dei fondali fino a -18 metri (attualmente nella bozza è previsto a -16) sulla base di un parere che sarà richiesto allo stesso Consiglio superiore.

Le accuse del sindaco

«Ho detto - riferisce il sindaco Rossi rispetto a quanto accaduto negli uffici dell’Authority - di essere molto meravigliato per questa presentazione, per una questione di metodo. Perché se è fuor di dubbio che il Prp lo redige l’Autorità portuale, come previsto dalle norme, è innegabile che alla fine dello scorso anno, quando fu presentato l’ufficio di piano, fu detto che ci sarebbero stati approfondimenti tecnici con gli stakeholder come il Comune, che deve essere coinvolto, perché il porto è da oltre 2mila anni un patrimonio della città di Brindisi e lo scenario dei prossimi, almeno, trent’anni va tracciato sentendo le indicazioni dell’amministrazione comunale. Quindi ho detto che, a mio avviso, prima dell’adozione da parte del comitato di gestione vanno approfonditi alcuni aspetti, idee che non sono presenti e che non è possibile che l’amministrazione debba presentare come osservazioni come una normale categoria o associazione di cittadini dopo l’adozione in comitato». Nessuno, sottolinea, «vuole scrivere il Prp al posto dell’Autorità di sistema ma non c’è scritto da nessuna parte, nella norma, che è vietato sentire il Comune. Si sarebbe dovuta ascoltare l’amministrazione e tenere presente, nella redazione del Piano, delle idee e delle proposte di sviluppo del porto».

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