Non solo petrolchimico. La Uil chiede al governo un patto per lo sviluppo

Non solo petrolchimico. La Uil chiede al governo un patto per lo sviluppo
di Elda Dinnicola
3 Minuti di Lettura
Sabato 21 Novembre 2015, 10:45 - Ultimo aggiornamento: 11 Novembre, 11:05
Lo sviluppo, la crescita del territorio ed il buon lavoro non possono che ripartire dalle bonifiche. È quanto è venuto fuori a gran voce dal convegno organizzato dalla Uil attraverso la relazione del suo segretario generale provinciale Antonio Licchello e condiviso dal sindaco Mimmo Consales che ha rivendicato la necessità della riperimetrazione dell’area Sin (il Sito di interesse nazionale) come elemento imprescindibile per i nuovi investimenti. Sempre se, stando alla posizione della Uil, «la politica del no a prescindere abbia il coraggio di arretrare».



È apparso un grido di dolore quello lanciato ieri mattina dalla Uil alla presenza delle istituzioni locali e del segretario generale nazionale Carmelo Barbagallo. La relazione del segretario locale Licchello ha toccato temi che partono anche da questioni nazionali e che toccano in maniera particolare il Mezzogiorno e Brindisi. «Manca una vera politica di investimenti pubblici - ha denunciato il segretario provinciale - mentre sono poco incoraggianti quelli privati. Si pensa solo a tagliare le spese. Nonostante tutto la nostra regione mantiene livelli di produzione industriale sostenibili e competitivi in settori di eccellenza come la meccatronica, l’aerospazio, la farmaceutica, l’agroalimentare, la chimica».



E a proposito di chimica, aggiunge Licchello, il comparto «è l’esempio di una grande opportunità di sviluppo del territorio disattesa per colpa di gruppi di pseudo ambientalisti e soprattutto di una politica nazionale, regionale e locale che li sostiene pensando di racimolare qualche voto. Il risultato però non è stato quello che si aspettavano. Oggi si presenta un altro problema perchè l’Eni ha deciso di vendere ad un fondo finanziario internazionale una parte delle quote azionarie di Versalis».

Il tema Eni torna prepotentemente nel corso dei lavori quando si parla di investimenti. «È importante per Brindisi che le aziende si consorzino - sostiene il segretario della Uil - sottoscrivendo un patto per disporre dell’utilizzo di una serie di servizi tecnici prodotti da esse stesse a costi favorevoli».



E proprio in questo il ruolo di Eni sarebbe fondamentale. «Il progetto si pone l’obiettivo di integrare i cicli produttivi di Enipower, Versalis, Basell e Jindal - spiega Licchello - con il coinvolgimento di tutte le altre imprese di servizio. L’esperienza di Bsg, la società di vigilanza e custodia che opera nel petrolchimico, può essere allargata a tutte le aziende insediate nell’area industriale brindisina». Tutto sta a “convicere” Eni a mettere a disposizione i suoi servizi.



E sempre in campo industriale, un passaggio obbligato è l’accordo di programma per il quale si stanno muovendo le pubbliche amministrazioni e che ha già coinvolto in una fase ancora del tutto preliminare il ministro dello sviluppo Federica Guidi. «Questa iniziativa potrebbe far compiere un salto di qualità alle scelte di imprenditori privati di concerto con le pubbliche amministrazioni, i centri di ricerca e le università - ha detto il sindacalista Uil - un patto per lo sviluppo da sottoscrivere tra enti ed associazioni pubbliche e private che possono contribuire, di concerto con le aziende insediate ed altre interessate ad investire, alla nascita di un sistema integrato, di utilities in grado di abbattere in maniera significativa i costi di produzione e movimentazione».



All’accordo di programma ha fatto riferimento anche il sindaco Consales ricordando l’incontro avuto con il ministro Guidi, utile ad ottenere l’impegno affinchè il Ministero faccia da cabina di regia per il progetto sullo sviluppo. «Ricordo gli anni in cui fu perimetrata la città con le aree a rischio - ha detto poi il primo cittadino - oggi rivendichiamo la riperimetrazione dell’area Sin altrimenti lo sviluppo diventa inattuabile. Abbiamo inoltre, lavorato sulla lentezza della burocrazia, abbiamo cercato di accelerare i tempi per il rilascio delle autorizzazioni, ma serve a poco se poi le autorizzazioni si fermano ai Ministeri». Insomma, il sindaco condivide che la strada tra istituzioni e sindacati non può che essere una sola. «Dobbiamo avere chiarezza da parte delle grandi aziende - ha aggiunto Consales - non è normale che le istituzioni non debbano sapere se vogliono sbarazzarsi del petrolchimico di Brindisi, quali siano le garanzie per le sfiammate della torcia».
© RIPRODUZIONE RISERVATA