No ai capannoni per le pale eoliche a Sant'Apollinare, Rossi: «Troveremo un sito migliore»

Il piazzale di Sant'Apollinare
Il piazzale di Sant'Apollinare
di Francesco RIBEZZO PICCININ
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Domenica 9 Ottobre 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 09:26

No alla realizzazione del capannone di Act Blade, azienda che produce pale eoliche con una tecnologia innovativa, nel piazzale di Sant’Apollinare. A stoppare non tanto la volontà di investimento quanto la localizzazione, stavolta, non è solo il Comune ma anche il consorzio Asi e gli operatori portuali. L’area richiesta in concessione, per sette anni con una possibilità di rinnovo per altri sette, non solo non è urbanisticamente compatibile con il tipo di attività prevista. Ma rischia di impattare negativamente col traffico passeggeri previsto dalla stessa dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico meridionale per quell’area.

La posizione del Comune

«Innanzitutto - esordisce il sindaco Riccardo Rossi - siamo assolutamente favorevoli all’investimento proposto da Act Blade. Purtroppo siamo costretti a ribadire l’ovvio a causa delle solite polemiche strumentali e di carattere politico». Poi, il primo cittadino ricorda che l’investimento della società fa parte del piano presentato da Enel rispetto alla “riqualificazione” della loro presenza in città. «Ci era stato presentato - spiega infatti - come localizzato all’interno della Zona franca doganale di Enel Logistics». La richiesta di concessione, in realtà, è stata presentata per il piazzale di Sant’Apollinare. Una scelta che ha sorpreso il Comune. «Evidentemente - dice Rossi - hanno fatto richiesta all’Autorità di sistema per insediarsi all’interno delle zone portuali ed è stata individuato il piazzale di Sant’Apollinare».

Il sito prescelto «mette a rischio i traffici»

Il tema, quindi, sottolinea il sindaco, è esclusivamente quello della localizzazione. «E lo dico realmente - chiarisce - e non come dice qualcuno come pretesto per dire di no. Chi sostiene questo dice una sciocchezza e lo fa esclusivamente per fini politici, per costruire un racconto su questa amministrazione che non sta né in cielo né in terra». Proprio sull’utilizzo di quel piazzale per la realizzazione di capannoni produttivi, sottolinea, «c’è un parere negativo che è tecnico e non certo politico e che riguarda la compatibilità urbanistica che se non c’è non c’è. Attualmente, infatti, quel luogo è destinato alla movimentazione di merci ed in generale ad attività legate alla portualità. E poi si trova a pochi metri dai famosi accosti di Sant’Apollinare, destinati a traghetti e navi da crociera. Banchine attese dal 2005 e sancite con una variante regionale al Prp approvata nel 2006. Da allora, però, siamo ancora in attesa. Tra l’altro ci troviamo a pochi metri dal capannone ex Montecatini, che ha una serie di vincoli anche di tipo monumentale. Per non parlare dell’inopportunità di realizzare un capannone per un’attività produttiva industriale a 300 metri in linea d’aria dal centro città».

La proposta di spostamento

Insomma, «a mio avviso quell’attività andrebbe insediata in zona Zes retroportuale, come correttamente era stato proposto da Enel. Non si comprende, tuttavia, perché ci si sia poi rivolti all’Autorità di sistema portuale che, come al solito, non coinvolge in nessun modo amministrazione comunale o Asi e va avanti sempre per conto proprio. Ma di questa modalità, assolutamente inappropriata, siamo ormai tutti consapevoli. Però io la segnalo sempre». L’altro punto fondamentale è la differenza, introdotta da un emendamento richiesto proprio dalle Autorità portuali, che distingue tra zona Zes in ambito portuale e zona Zes al di fuori dell’ambito demaniale. «Avendo Act Blade fatto richiesta di un’area inserita nella Zes portuale - fa notare Rossi - la competenza rimane in capo all’Autorità di sistema, tramite il suo Sportello unico attività produttive. L’ente poi convoca la conferenza dei servizi. Invece sarebbe stato il caso, ma questo è un passaggio dubbio della norma, che l’Autorità di sistema chiedesse allo sportello digitale del commissario Zes e che poi fosse quest’ultimo a convocare la conferenza dei servizi. Anche perché a differenza dell’ente portuale, il commissario ha tutta una serie di poteri nell’ambito dell’Autorizzazione unica, tra i quali anche quello della variante urbanistica». Poi, il sindaco fa notare come ad esprimere le proprie perplessità sulla localizzazione siano anche gli operatori portuali ed il consorzio Asi. «Io ne parlerò - conclude - col commissario Guadagnuolo, del quale non posso che riconoscere la disponibilità e lo spirito di collaborazione, e con il presidente Asi, dopo di che convocheremo Act Blade per trovare una soluzione ottimale, ovvero una localizzazione in luoghi opportuni, senza intralciare le attività portuali.

In questo senso, però, ci aspettiamo anche un grosso impegno da parte di Enel perché, evidentemente, deve accelerare sulla Zona franca doganale, assicurando i luoghi per come ci erano stati proposti».

Le perplessità di operatori portuali e Asi

Ma anche il consorzio Asi e perfino gli operatori portuali non concordano con la scelta del sito. Pur non avendo competenza diretta su quell’area, il consorzio rileva che “sulle banchine demaniali devono trovare allocazione le attività portuali, ovvero attività strettamente legate all’operatività del porto di Brindisi. La localizzazione di attività produttive vere e proprie, come quella in esame, dovrebbe prevedersi all’interno della retrostante zona industriale (di competenza di questo consorzio). Tanto al fine di non penalizzare le future attività in ambito portuale e “sacrificare” punti strategici del porto per attività produttive di costruzione di pale eoliche (se pur con tecnologie innovative)”. Ancora più specifiche le perplessità degli operatori portuali, in una nota a firma del presidente di “Ops” Teo Titi. Gli operatori ricordano come l’area sia destinata alle attività portuali ed in particolare al traffico passeggeri e crocieristico, essendo prevista anche la realizzazione di un terminal con tutti gli spazi ad esso collegati. I nuovi accosti di Sant’Apollinare, infatti, hanno proprio questa funzione e, ricorda Titi scrivendo all’Autorità di sistema portuale, “da quanto da voi appreso sono ormai in fase di conclusione dell’iter autorizzativo”. Una concessione di sette anni, rinnovabile per altri sette, sostengono gli operatori, “impatterebbe in maniera negativa sullo sviluppo del traffico passeggeri e sarebbe in contrasto con la funzione prevista”. In effetti, il nuovo Prp prevede che quell’area sia destinata proprio al traffico passeggeri. Tra l’altro, concludono, “nella documentazione visionata si evince che nessuna delle attività svolte ha necessità di essere collocata in area portuale”.

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