Bimba down rifiutata al baby club di un resort a Ostuni: la rabbia della mamma

Bimba down rifiutata al baby club di un resort a Ostuni: la rabbia della mamma
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Mercoledì 30 Giugno 2021, 16:50 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 07:37

Una bambina down di 4 anni, in vacanza in un resort di Ostuni con i genitori e il fratello gemello, sarebbe stata rifiutata al baby club della struttura turistica. A denunciarlo è la mamma della piccola, con un post su Facebook, con cui ha raccontato la disavventura avvenuta nelle scorse settimane.

Il post e le accuse

«Il primo giorno - scrive la mamma - ci comunicano subito che per la bimba, avendo la sindrome, dovremo aspettare un giorno in più. Vogliono rendersi conto delle loro forze, dei bimbi assegnati, ecc... sono ragazze giovani e comprendiamo perfettamente. Il secondo giorno, al nostro arrivo, accolgono il maschietto e non ci dicono nulla. Al che provo a chiedere se la bimba potesse star lì per un’oretta (erano le 10.30 e mi ero offerta di star lì per le 12); dicono nuovamente di no, non vi sono le competenze al riguardo... Obietto che non sono necessarie (la bimba voleva entrare nel frattempo), basta solo un po’ di accoglienza per farla giocare. Dopo le insistenze (è bastata la parola "discriminazione"), mia figlia è entrata». Nei giorni successivi, tuttavia, scrive ancora la donna, le difficoltà aumentano. «Lo sguardo di rifiuto e mortificazione è totalmente passato sotto la loro indifferenza, senza un minimo di umanità che era l’unica richiesta per un’ora di gioco. So già che la risposta sarà far passare noi per genitori che volevamo imporre la bimba per nostre esigenze ma la realtà è che l’inclusione resta una chimera».

La risposta della struttura

«Ci spiace molto per quanto successo». Così si legge nella risposta ricevuta dalla struttura, risposta che la donna posta tra i commenti. «Abbiamo preso un po' di tempo prima di rispondere a questo suo post per avere più chiara la situazione, raccogliendo tutti i dettagli. Purtroppo abbiamo commesso degli errori e sappiamo che le spiegazioni non servono a recuperare». «Si è trattato - scrivono ancora i responsabili del resort - di un cortocircuito che come risultato ha limitato l'accesso al Baby e ha corso il rischio di generare una reazione di comprensibile rabbia e frustrazione che ha finito per allontanarci».

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