Carabiniere ucciso da un proiettile vagante: «Tragedia evitabile»

Carabiniere ucciso da un proiettile vagante: «Tragedia evitabile»
di Eliseo ZANZARELLI
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Giovedì 28 Luglio 2022, 09:24 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 22:31

Con un po’ più di accortezza, probabilmente quella tragedia si sarebbe potuta evitare. In estrema sintesi è ciò che dopo anni di udienze e perizie tecniche anche piuttosto complesse ha statuito il giudice del Tribunale di Brindisi Simone Orazio, che nei giorni scorsi ha reso note le motivazioni di un dispositivo già emesso lo scorso 29 aprile in merito alla morte improvvisa del capitano dei carabinieri Gianbruno Ruello, originario di Taranto

La tragedia al poligono

Quest’ultimo, quel giorno, si trovava a Oria presso il poligono di tiro in contrada San Cosimo alla Macchia per partecipare a una gara di tiro dinamico organizzata dall’associazione sportiva Dynamic Shooting Club Federico II. Un proiettile vagante colpì Ruello alla nuca. Il colpo partì dalla pistola di Pietro Apuzzo, di Napoli, e del tutto involontariamente e senza responsabilità per l’atleta, finì per raggiungere l’ufficiale dell’Arma. Apuzzo è stato assolto, mentre le responsabilità sono ricadute sui principali organizzatori della manifestazione, ossia Francesco De Pace, di Oria, presidente dell’associazione Dynamic Shooting Club Federico II, e sul suo socio Francesco Tancredi, consigliere della stessa associazione. Il primo è stato condannato - si parla sempre di primo grado - alla pena di un anno e otto mesi di reclusione, rispetto a una richiesta di due anni e sei mesi avanzata dalla pubblica accusa. Per il secondo, invece, un anno e tre mesi a fronte di una richiesta di due anni e tre mesi. I due erano accusati di omicidio colposo, con evento cagionato dalla cooperazione aggravata. Tradotto: di sicuro non volevano la morte del loro compagno, ma avrebbero potuto fare di più per evitarla, quantomeno in termini di accorgimenti di sicurezza relativi al campo di tiro.

Per De Pace e Tancredi pena sospesa e beneficio di non menzione.

Il risarcimento del danno

Per la famiglia di Ruello comunque una provvisionale immediata di 20mila euro, oltre alle spese di giudizio, mentre il resto dell’eventuale risarcimento dovrà essere quantificato in sede civile. Condanna anche per l’associazione, il cui responsabile era sempre De Pace. Gli altri imputati, invece, sono stati assolti perché il fatto non costituisce reato: Graziantonio Prudentino, di Ostuni, per il quale era stata chiesta una condanna a due anni e tre mesi; Salvatore Castellana, di Crispiano (Taranto, richiesta di condanna a due anni), Alfonso Passiante di Francavilla Fontana (richiesta di condanna a due anni); Cosimo Leone di Francavilla Fontana (richiesta di condanna a due anni e tre mesi). Per Apuzzo, dalla cui pistola Glock calibro 9 partì lo sparo mortale, rimbalzato su di uno pneumatico, era stato chiesto un anno di reclusione, ma è stato assolto anch’egli.

Incongruenze sui sistemi di sicurezza

Nella sua motivazione, il giudice Orazio ha tenuto conto sia delle tesi difensive, in gran parte accolte, sia delle perizie balistiche richieste nell’immediatezza dei fatti e in corso di processo. Sono emerse delle incongruenze parziali circa i sistemi di sicurezza predisposti a suo tempo per quella gara durante la quale c’erano sagome finte ma armi e persone vere. Probabilmente, se fosse stata usata un po’ più di prudenza, il capitano Ruello avrebbe potuto continuare il percorso della sua brillante carriera. Al momento dei fatti era a capo dell’ufficio Oaio dei carabinieri di Bari, dopo aver trascorso diversi anni nel Nucleo investigativo del Comando provinciale di Brindisi.
Le parti civili erano rappresentate dagli avvocati Massimo e Riccardo Manfreda, e Sabrina Conte; gli imputati erano difesi dagli avvocati Pasquale Annicchiarico, Raffaele Missere, Giuseppe Sorio, Domenico Attanasi, Claudio Sgambato, Gianni Iacobelli, Numa Ammaturo, Daniele Ancora, Orazio Vesco, Marianna Lazzaro.

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