Tessera sanitaria recapitata a casa, ma il destinatario è morto da 34 anni

Tessera sanitaria recapitata a casa, ma il destinatario è morto da 34 anni
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Sabato 2 Luglio 2022, 09:45 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 21:29

Tessera sanitaria pronta, ma il destinatario è morto da 34 anni. Se fosse stato ancora vivo, il signor Leonzio D.G., di Oria, avrebbe avuto la veneranda età di 101 anni e i suoi parenti sarebbero stati felicissimi di averlo ancora tra loro.
Il signor Leonzio D.G. è però purtroppo morto da ben 34 anni. Agenzia delle Entrate e Sogei, evidentemente, non ne erano a conoscenza - chissà come mai - e quindi hanno recapitato presso quella che fu la sua abitazione la nuova tessera sanitaria con tanto di lettera prestampata di cortesia e annesse istruzioni per il corretto utilizzo di una tessera che il signor Leonzio non userà mai.

La tessera del "defunto"

È una storia che ha del paradossale, questa, e che un po' fa riflettere di riflessioni non soltanto sarcastiche ma anche forse soprattutto un po' amare. Una lettera anomala, quella ricevuta dai cari, del signor Leonzio che, per ovvie ragioni, il diretto interessato non ha potuto e non potrà mai più leggere.
Il destinatario, infatti, combatté durante la seconda guerra mondiale e partecipò alla campagna di Russia in forza al terzo Reggimento Cavalleggeri Savoia, poi si spense placidamente quando il calendario indicava come anno l'ormai lontano 1988, dopo averne passate d'ogni.

Una lettera che il signor Leonzio non leggerà mai non perché non sapesse leggere, ma perché proprio davvero non può più farlo per motivi. Di quella lettera hanno però preso visione i suoi familiari ancora in vita e sicuramente loro, che restano comunque sulle proprie, si saranno fatti alcune domande.


Domande che ciascuno può porsi, partendo dal fatto specifico e allargando il campo dei dubbi: come mai quella consegna della tessera sanitaria dopo una morte, regolarmente registrata e quindi sulla carta teoricamente nota allo Stato, avvenuta 34 anni addietro? Quanto sarà costata quella tessera magnetica e chi ha pagato questo spreco? (Domanda retorica, risposta scontata: ovviamente i contribuenti, familiari del defunto compreso).
Quanti di questi sprechi e oggettive discrasie esistono nell'apparato pubblico nazionale, sempre puntuale nel reclamare i crediti che teoricamente gli spettano? Quesiti ai quali è difficile o persino troppo semplice dare una risposta. Sta di fatto che il signor Leonzio non c'è più per il dispiacere dei suoi affetti più cari e, in questo caso buon per lui, non paga più le tasse, neppure quelle sanitarie. E ci mancherebbe pure. Chi quelle tasse le reclama quotidianamente e anche legittimamente a gran voce, anche per pagare le nuove tessere sanitarie, invece, dovrebbe stare decisamente più attento.Non per niente, solo perché è un peccato e questa storia odora fortemente di spreco di soldi pubblici, con ogni probabilità uno dei tanti che purtroppo rimangono nascosti, soprattutto agli occhi di chi non sa notarli.
Chissà cosa avrebbe pensato il signor Leonzio, in groppa al suo cavallo, al cospetto del Duce che lo obbligò ad andare in guerra in quell'azzardata campagna russa da cui tornò superstite. Poi 34 anni fa morì a 67 anni, quando neppure immaginava che un libretto sanitario si sarebbe potuto trasformare in una tessera magnetica multiuso.
E.Zan.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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