Omicidio e suicidio a Villa Castelli, i funerali nella stessa chiesa. L'ultimo saluto a Giuseppina: «Mai più, né qui e né altrove»

Omicidio e suicidio a Villa Castelli, i funerali nella stessa chiesa. L'ultimo saluto a Giuseppina: «Mai più, né qui e né altrove»
di Eliseo ZANZARELLI
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Venerdì 2 Settembre 2022, 16:04 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 23:46

Due funerali a distanza di poco tempo nel piccolo paese di Villa Castelli. Due funerali dai contorni e dalle convinzioni opposti. Straziante l'addio a Giuseppina Fumarola, ieri pomeriggio, nella chiesa di San Vincenzo de' Paoli a Villa Castelli. Giusy, 47 anni, è stata uccisa a fucilate il giorno prima, intorno alle 7, dal suo ex compagno Vito Sussa, 52 anni, proprio mentre si apprestava a cominciare la sua ennesima giornata di lavoro nell'azienda tessile di via Galileo Galilei per la quale lavorava da circa 30 anni. Poco prima, nella stessa chiesa, anche l'ultimo saluto al suo compagno, suicidatosi dopo aver compiuto la sua meschina e inaccettabile vendetta. Almeno due colpi di fucile mortali all'indirizzo della sua ex compagna, deceduta sul colpo. Un'iniziale bella storia d'amore, diventata tossica da qualche tempo a questa parte, è finita nel peggior modo possibile: con un femminicidio-suicidio in via Galileo Galilei dove a pochi passi dal luogo in cui da circa 30 anni la donna lavorava e sotto gli occhi attoniti del suo datore di lavoro e delle sue colleghe.
Funerali insoliti, quelli di ieri. La carità cristiana è spettata a tutte e due le vittime di una carneficina tanto inutile quanto inaccettabile. Poco tempo per il carnefice, circondato dall'affetto dei suoi cari seppure contrariati dal suo gesto; parole dolci, invece, verso Giuseppina, lavoratrice instancabile e mamma amorevole, che ha lasciato due figli di 27 e 21 anni, avuti da una precedente relazione.
Due funerali diversi, molto diversi nella stessa chiesa. Il primo, quello di Vito Sussa, abbastanza rapido e partecipato soltanto da chi gli voleva bene e gliene ha voluto fino alla fine. Il secondo, quello di Giuseppina Fumarola, molto partecipato e accompagnato dai palloncini a forma di cuore a ricordarne il cuore grande che ha sempre avuto per i familiari, i colleghi, i figli e chiunque l'abbia conosciuta. Le sue qualità sono state ricordate e riconosciute dallo stesso parroco oltre che da chi ha con lei condiviso un percorso non da poco: 27 anni non sono poca roba.
 

«Mai più, né qui e né altrove»

Sempre disponibile sia sul lavoro che fuori da esso, Giuseppina ha lasciato una traccia indelebile tanto tra i suoi colleghi quanto tra gli altri.

La conosceva anche il sindaco Giovanni Barletta che nella giornata di ieri ha proclamato il lutto cittadino solo ed esclusivamente in sua memoria: «Non so cosa sia successo ultimamente - dichiara - ma io conoscevo entrambi, principalmente lei. Di fronte a casi del genere non so che dire, sono tragedie di cui tutti faremmo a meno. Oggi (ieri, ndr) le nostre bandiere sono a mezz'asta e i nostri occhi pieni di lacrime: non si possono perdere in questo modo e per questi motivi due concittadini. Io preferisco, come il resto della comunità e a nome della stessa, non commentare l'accaduto e limitarmi a pregare affinché storie del genere non accadano mai più, né qui né altrove».

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