Omicidio Stasi a Francavilla, sospetti su amico ma lui si tira fuori: «Non c'entro»

Interrogato il ragazzo che festeggiò i 18 anni pochi giorni dopo la tragedia

Omicidio Stasi a Francavilla, sospetti su amico ma lui si tira fuori: «Non c'entro»
di Eliseo ZANZARELLI
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Giovedì 22 Dicembre 2022, 07:42 - Ultimo aggiornamento: 23 Dicembre, 08:35

«Non c'entro assolutamente nulla con l'omicidio del mio amico». Così avrebbe detto ai suoi cari e agli investigatori uno dei due indagati per l'omicidio del 19enne Paolo Stasi, un'esecuzione in piena regola compiuta intorno alle 18 dello scorso 9 novembre in via Occhibianchi, a Francavilla Fontana. Le persone indagate a piede libero, per omicidio premeditato in concorso e aggravato dai futili motivi, sono sostanzialmente due coetanei di Stasi. Al momento dei fatti, uno di loro era minorenne ma ha festeggiato il suo 18esimo compleanno solo qualche giorno dopo la tragedia.

È per questa ragione, la minore età al momento dei fatti di uno degli indagati, che del caso si occupano sia la Procura ordinaria presso il Tribunale di Brindisi, sia quella presso il Tribunale per i minorenni di Lecce.

Uno dei due indagati, il neo-maggiorenne, pare fosse un caro amico di Paolo e che con quest'ultimo si vedessero spesso anche a casa sua per la comune passione dei videogiochi o semplicemente per trascorrere del tempo insieme.

Una comunità scossa

Dopo l'omicidio, che scosse un'intera comunità, si tennero anche una marcia per la legalità - cui parteciparono anche Giuseppe, Nunzia e Vanessa, rispettivamente papà, mamma e sorella di Paolo - e un comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica. Nel corso di quest'ultima riunione, la prefetta di Brindisi, Carolina Bellantoni ,dispose che, dopo tutta una serie di fatti - risse, pestaggi, ubriachezza e persino un assassinio - si sarebbero dovuti incrementare i dispositivi di sicurezza in quel di Francavilla Fontana.

«Voglio sapere chi ha ucciso Paolo e perché» disse il padre, Giuseppe Stasi, proprio durante la manifestazione in centro. Mamma Nunzia poi si spinse oltre e su Facebook commentò molto duramente la foto di quello che sarebbe stato un amico di suo figlio: Hey feccia umana, la frase lasciata. Qualcuno ne trasse un qualche indizio, ma la situazione resta ingarbugliata a maggior ragione per il fatto che la scena del delitto non fu immortalata da nessuna delle telecamere di sorveglianza presenti nella zona. Si sospetta semplicemente che forse un paio di persone - tra le tante in transito da un'arteria non lontana dal cuore urbano di Francavilla Fontana - giunsero in sella a uno scooter e che poi una di loro sfogò la propria rabbia su Paolo.

Il movente

Il movente resta anch'esso ancora piuttosto oscuro: è trapelata nei giorni l'ipotesi di uno sgarro, ma di quale tipo? La famiglia Stasi è assistita sin dal primo momento dal legale di fiducia Domenico Attanasi. L'avvocato confida, come i familiari, nel lavoro degli organi investigativi e inquirenti per ottenere verità e giustizia. Si sa, oggi come allora, che quel giorno di un mese e mezzo fa, due colpi d'arma da fuoco di piccolo calibro, probabilmente una pistola a tamburo, furono esplosi da distanza ravvicinata e raggiunsero il bersaglio al petto e a una spalla. Fatale sarebbe stato il primo dei due, quello al petto. I sospetti e le congetture sono tanti, le certezze ancora poche. La speranza è che il delitto non rimanga irrisolto come purtroppo già accaduto in passato e in diverse occasioni a queste latitudini.

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