Olio spacciato per extravergine e in realtà di qualità inferiore: sono 183 le aziende finite nella tornata di controlli svolti dalla Guardia di Finanza nell’ambito dell’operazione “Verum et Oleum” a tutela della produzione nazionale di olio extravergine d’oliva.
I finanzieri del Nucleo Speciale Beni e Servizi e gli ispettori del Dipartimento ICQRF del Ministero delle politiche agricole e forestali hanno effettuato ben 183 ispezioni in altrettante aziende del settore oleario presenti in tutto il territorio nazionale e verso i principali porti di ingresso delle materie prime di provenienza estera. Tre le aziende pugliesi ispezionate, a Fasano, Corato e Bitonto. Riscontrate irregolarità amministrative ma nessun rilievo sulla qualità dell'olio.
Lotta alla contraffazione: accordo tra Comune e Agenzia delle Dogane
I campioni irregolari
Il 27,2% dei campioni prelevati è risultato irregolare, per complessivi 2.300.000 litri di olio non conformi alla normativa comunitaria e nazionale.
Per quanto concerne la Puglia sono stati complessivamente tre gli operatori, due nel Barese e uno nel Brindisino, sottoposti a controlli: in due casi sono emerse irregolarità amministrative con profili di rilevanza penale, mentre in un caso sono state contestate solo sanzioni amministrative. In provincia di Bari le Fiamme Gialle sono state a Corato e Bitonto mentre in provincia di Brindisi a Fasano. In queste aziende non sono risultate irregolari le analisi effettuate sull’olio extravergine.
Maxi frode su sostegni covid, recuperato il 97% della truffa
Le violazioni amministrative
Inoltre, nel corso delle ispezioni sono state contestate 33 violazioni amministrative relative alla tenuta dei registri, alla compilazione della documentazione obbligatoria ed al mantenimento del requisito di tracciabilità, per un importo complessivo di oltre 10.000.000 di euro destinati al gettito erariale, sono state comminate 5 diffide ad adempiere alle disposizioni dell’autorità per la regolarizzazione e sono stati eseguiti 5 sequestri amministrativi, per un valore complessivo di oltre 170.000 euro. L’operazione si inserisce nel contesto delle attività svolte da Guardia di Finanza e ICQRF sulla base del protocollo di collaborazione sottoscritto a luglio 2020 a contrasto alle frodi ed alla contraffazione nel settore agroalimentare, a tutela della produzione nazionale, degli interessi dei consumatori e dei mercati nonché degli interessi economici e finanziari dello Stato.