Brindisi, ok al bilancio ma no al “salvagente” del governo: niente aumenti per Irpef e tasse d'imbarco

La riunione del consiglio comunale sul bilancio di previsione
La riunione del consiglio comunale sul bilancio di previsione
di Francesco RIBEZZO PICCININ
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Venerdì 30 Settembre 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 07:09

Sembra sempre più lontano l’utilizzo, da parte del Comune di Brindisi, del cosiddetto “salvagente” offerto dal governo alle città in predissesto. E con questo, l’aumento dell’addizionale Irpef e della tassa d’imbarco aeroportuale.

Il voto sul previsionale

Proprio ieri in consiglio comunale, infatti, durante la discussione sul bilancio di previsione 2022-24 approvato con 17 voti favorevoli e 2 contrari, l’assessore al ramo Francesco Saponaro ha esplicitato tutte le perplessità - emerse nei mesi scorsi - rispetto all’articolo 43 del decreto Aiuti, lanciando tuttavia anche un allarme sul possibile ritorno degli squilibri strutturali nei conti dell’ente. Dal canto suo, il sindaco Riccardo Rossi, pur chiarendo che la decisione definitiva sarà presa dopo il 15 ottobre, ha lasciato intendere che l’adesione all’accordo col governo potrebbe non convenire affatto al Comune.

Le perplessità di Saponaro

Dopo avere ribadito, come emerso nelle scorse settimane, i risultati «straordinari» nella riduzione del deficit, da 54 a 40,8 milioni di euro in soli due anni, ha evidenziato che la parte corrente del bilancio «rischia in prospettiva di tornare in sofferenza». Tra i fattori di condizionamento «vi è la crescita in alcuni casi della spesa dovuta ad una crescita della domanda sociale». Ad esempio sul fronte dell’integrazione scolastica «il cui budget di partenza è cresciuto di più del 20 per cento». A questo si aggiunge il «forte incremento degli accantonamenti obbligati, ora al cento per cento, come il Fondo crediti di dubbia esigibilità, cresciuto di oltre due milioni». E ancora «la riduzione dei trasferimenti integrativi dello Stato, passati da circa 6 milioni nel 2021 a 2,8 milioni nel 2022 e si prevede una ulteriore riduzione nel 2023». Altro aspetto è «la crescita incontrollabile dei costi dell’energia, dagli uffici stimata in 1,8 milioni di euro. Stima che potrebbe peggiorare». Tutto questo a fronte di un sostegno economico dello stato «inferiore ad un terzo e più vicina ad un quarto» di questa somma.
Assodato questo, Saponaro ha ricordato di avere «sollevato dubbi sulla percorribilità» della strada relativa all’accordo con il governo. «Innanzitutto - ha ricordato - avendo partecipato all’attività dell’Anci alla stesura dell’emendamento per la fase del dibattito parlamentare, con il quale era stato chiesto uno stanziamento di 380 milioni di euro, il fatto che questo sia stato negato mi ha predisposto negativamente su questo articolo 43. Perché la morale qual è? I grandi Comuni con grandi deficit ottengono norme speciali ad hoc e invece questi 14 Comuni si cui parliamo, siccome si chiamano Vibo Valentia, Brindisi, Alessandria, Lecce, non hanno l’audience delle grandi città». Altro dubbio «riguarda il fatto che, non essendo stato previsto quello stanziamento, la ratio dell’articolo è soprattutto quella di rafforzare con la fiscalità locale i piani di rientro, piuttosto che sostenere gli equilibri di bilancio dei Comuni interessati». Allo stesso tempo, tuttavia, l’assessore ha ammesso che «era logico imboccare la strada che la giunta, al di là dei miei personali dubbi, ha deciso di imboccare, che è quella di sedersi con i funzionari del ministero» per fare tutte le valutazioni del caso. Strada che, tuttavia, «si sta complicando».

La conferma di Rossi

In effetti, il sindaco ha parlato di richieste di documentazioni integrative e di bilanci riequilibrati senza le entrate extra previste dall’articolo 43, vale a dire principalmente aumento dell’addizionale comunale Irpef e aumento della tassa d’imbarco aeroportuale, che invece come previsto dalla legge sono state inserite nelle previsioni relative al 2023 ed al 2024 ma non, invece, al 2022. «Ci stiamo lavorando», ha detto Rossi, che poi ha aggiunto: «Metteremo tutto sul piatto della bilancia ed al termine di questa fase decideremo se aderire o no all’ipotesi di accordo. Non aderendo, ovviamente, dovremo entro il 30 novembre ripresentare le variazioni di bilancio per adeguare la parte relativa a 2023 e 2024 al mancato accordo, dunque senza addizionale Irpef e tassa di imbarco, con misure che stiamo studiando in questo periodo».

La decisione sarà presa entro la metà di ottobre ma, ha fatto capire Rossi, «non sono chiarissimi i vantaggi di un’adesione».

L'opposizione: «Noi l'avevamo detto»

Decisione che ha fatto tirare un sospiro di sollievo anche alla consigliera di opposizione Carmela Lo Martire, unica presente in aula per l'opposizione insieme al capogruppo di Fratelli d'Italia Massimiliano Oggiano (entrambi hanno votato contro il bilancio), la quale ha rivendicato il fatto di avere già nelle scorse settimane esplicitato i propri dubbi rispetto alle condizioni dell’accordo. «Apprezzo il ripensamento e la valutazione politica», ha detto, ricordando che «le famiglie non ce fanno più».

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