'O Lione fa Novanta. Il compleanno di Vinicio: un passato glorioso tra Brindisi e Napoli

'O Lione fa Novanta. Il compleanno di Vinicio: un passato glorioso tra Brindisi e Napoli
di Antonio IMPERIALE
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Mercoledì 2 Marzo 2022, 16:27 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 15:41

“O lione è sempre o lione”. Anche a novanta anni. Sembra che sia stato ancora lui, Luis Vinicius De Menezes, Vinicio per la grande storia del calcio, ad accendere il suo Napoli per battere quasi fuori tempo la Lazio e salire sulla vetta del campionato tornando a sognare lo scudetto. Ce lo aveva anticipato Tonino La Palma, il difensore brindisino che dopo i successi con il Brindisi di Fanuzzi, nel quale c'erano Mimmo Renna e Aldo Sensibile, seguì l'allenatore nella città partenopea. La Palma ha partecipato alla grande festa napoletana per i novant'anni di Vinicio.

Il personaggio

«È sempre lui, stessa carica, stesso spirito. Quando ha parlato con i calciatori con i dirigenti, sembrava volesse ancora esserci. Scendo pure io in campo, ha detto. Vi raccomando. E si è levato un applauso corale, fortissimo. È sempre una grande emozione incontrarlo». E o lione sorride, al telefono da Napoli. «Il Napoli deve vincere lo scudetto, quest'anno, può farcela, questa vittoria sulla Lazio mi ha fatto davvero felice». Gli fa eco la signora Flora che di anni ne ha ottantacinque. Ci aveva raccontato, Vinicio, cinque anni fa.

«Ci incontravamo di nascosto nella baia di Rio. Ci ritrovammo a Napoli ci incontrammo per caso in Via Caracciolo. La storia rifiorì. Ed è stupendo adesso essere ancora insieme. Flora mi aiuta. Se sto benissimo è perché mia moglie mi tratta come un principe. Ho condotto una vita piacevole. A Napoli sono stato sempre benissimo. Questa festa è stato un bagno d'affetto. Mi spiace che abbia avuto, per una caduta, problemi al femore che mi stanno condizionando in questi giorni». Per Napoli è stato un po' come sentire, in quest'occasione, l'eco di quel boato del vecchio Vomero, per quella schioppettata che o lione ebbe a ricordarci quando lo sentimmo per i suoi 85 anni. Diciassette secondi e fu subito gol, un po' come Vlahovic con la Juve. «Giocavamo contro il Torino: Vinicio, Amadei-Castelli-Vinicio, una schioppettata dopo aver superato un certo Bearzot..

Era la prima volta, il 18 settembre del 1955».

Il passato glorioso

Un gol come un fuoco d'artificio incendiò lo stadio e la passione dei tifosi per il brasiliano di Rio. Ora che ha novantanni, tutti gli si stringono ancora intorno. Ha ricevuto auguri da tutti, dalla sua Napoli, dove, nel cuore degli anni cinquanta esordì su indicazione di Monzeglio. «Per me qui è come stare in Paradiso», ci aveva detto più volte. Ha ricevuto auguri dalla sua Brindisi. «Mi ha fatto un grandissimo piacere il suo invito», dice Tonino Palma, «felicissimo per esserci stato. «Mi ha invitato con affetto - dice Aldo Sensibile - Avrei voluto esserci. Non mi è stato possibile per motivi familiari. Ci siamo abbracciati telefonicamente e ci siamo dati appuntamento per un'altra festa. Mi porto ancora dentro la sua forza, il suo carisma, poche parole e battute sempre intelligenti. Con lui ti sentivi forte. Pretendeva moltissimo sul lavoro. Ci ha fatto scoprire la fatica e ci ha portato tante innovazioni tecnico-tattiche con la sua scuola brasiliana. Mi piace ricordare il rapporto eccezionale con il nostro Mimmo Renna, un rapporto speciale da capitano, vero, autentico capitano quale era Mimmo, ed un allenatore che portava calcio nuovo. Con lui fa bellissimo vincere».

Il Brindisi di Fanuzzi

Era la squadra di Fanuzzi il Brindisi di quegli anni. E Vinicio che era arrivato a Napoli voluto fortemente da Achille Lauro che sarebbe stato suo testimone di nozze, di Fanuzzi ci disse: «Mi ricordava Lauro per molti versi. Era un imprenditore di straordinarie capacità e intuizioni. Era un imprenditore capace che flirtava con la politica, te lo vedevi arrivare con la pomposità che era il suo stile. Amava la città». Non gli perdonò di aver rimproverato i calciatori dopo il pareggio che costò la serie B: «Ci rimasi male - ci disse- e andai via da Brindisi, alla Ternana. Fanuzzi voleva vincere il campionato venne a chiamarmi, mi disse di tornare. Tornai vincemmo il campionato, giocammo un anno in B. Quando mi chiamò il Napoli mi incoraggiò ad andarci».

Tonino La Palma racconta le emozioni della grande festa napoletana: «Siamo stati da D'Angelo, in via Aniello Falcone, molto bello, con vista panoramica. O lione era emozionato. C'erano tutti, nipoti, figli, c'era Ferlaino con la moglie. A Castelvolturno sabato ha incontrato poi tutta la squadra Siamo andati sul filo dei ricordi, quel campionato strepitoso, con squadre come l'Avellino, il Lecce, la Salernitana. Io lo seguii per primo a Napoli, l'anno dopo arrivò anche Gigi Boccolini. Mi lega a Vinicio una vicenda che ha segnato la vita. Doveva andar via e mi invitò a casa sua in via Manzoni. Vieni, che ti faccio un regalo, mi disse sorridendo. Ti regalo casa mia. Me la fece pagare con un ottimo prezzo. Aveva in atto un grande investimento in Brasile. Gli devo molto sotto l'aspetto professionale, sotto l'aspetto umano. Lo ricordiamo ogni volta che apriamo il sipario su quel passato indimenticabile, anche e soprattutto per quello che ha dato Vinicio alla città, ad una Brindisi che lo sente ancora suo e che lo racconta alle generazioni che son venute dopo». Vinicio avrebbe voluto portare La Palma in Nazionale. «Lo avrebbe meritato - ci disse. Ne parlai con Fulvio Bernardini quando lo portai a Napoli». E ripete oggi: «Mi piacerebbe vedere il Brindisi a quei livelli». Vive per la sua Napoli, non gli piace il calcio di oggi: «Mi pare che l'unico a giocare sia il portiere». Parola di chi ha portato in Italia la zona come singolare miscela della fantasia brasiliana e della forza di un teutonico che ne avevano fatto un bomber spettacolo. E che a novanta anni ha ancora lo sguardo sul ancora nel futuro.
 

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