Un nuovo ospedale per Brindisi: il sindaco porta la sua battaglia in consiglio comunale

L'ospedale "Perrino" di Brindisi
L'ospedale "Perrino" di Brindisi
di Francesco RIBEZZO PICCININ
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Venerdì 27 Gennaio 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 06:44

Un nuovo ospedale per Brindisi. A chiederlo, con un apposito ordine del giorno che approderà in aula martedì prossimo, è il sindaco Riccardo Rossi che si impegna, con tutta l’amministrazione, a “definire ed attivare tutte le azioni necessarie, a partire dal coinvolgimento della Regione Puglia e del governo nazionale, affinché la realizzazione del nuovo ospedale di Brindisi sia inserita nella programmazione regionale e nazionale”.ù

I limiti dell'attuale ospedale

L’attuale struttura del “Perrino”, scrive infatti il sindaco, “per le sue caratteristiche e dimensioni, risulta ormai essere superata e con criticità tali che solo un nuovo insediamento può superare”. A dimostrazione di una situazione non sanabile se non con una soluzione drastica Rossi cita le prime fasi dell’epidemia di Covid, durante le quali l’ospedale ha vissuto “in maniera critica la difficoltà ad organizzare un’efficace assistenza sanitaria, legata ad una rigidità dei moduli abitativi che permettevano poca flessibilità nella riconversione dei reparti (impossibilità a creare percorsi separati per aree Covid e Covid free)”. Va progettato, per il futuro, “un adeguamento non solo del modello assistenziale ma di pari passo e forse in maniera anche urgente e pressante un adeguamento delle nostre strutture”. A partire, per l’appunto, dall’ospedale. Che, ricorda il sindaco, “è stato concepito nella seconda metà degli anni Sessanta. L’edificazione ha avuto bisogno di quarant’anni di tempo e, nel frattempo, la tecnologia e l’assistenza sanitaria sono profondamente cambiate”.

Alla fine, nel 1999, il cosiddetto nuovo ospedale “veniva aperto alla funzione assistenziale al posto del vecchio Di Summa, localizzato nel centro cittadino. Con un certo sospiro di sollievo per operatori sanitari e pazienti, che nel precedente nosocomio non trovavano più adeguatezza”.

Problemi strutturali e organizzativi

Sin da subito tuttavia, ricostruisce ancora Rossi, “ci si è accorti che la nuova struttura faceva fatica a rispondere alle necessità assistenziali dell’epoca. Molte erano le difficoltà strutturali: le torri alte 10 piani servite da ascensori di piccole dimensioni e di precario funzionamento; spazio insufficiente per tutti i servizi, sia quelli di pertinenza dei reparti che quelli destinati agli addetti ai servizi generali; difficili erano le comunicazioni tra i vari piani e tra i vari edifici; inadeguati erano i service necessari quali le linee elettriche, le linee telefoniche e l’assenza delle linee dati; le linee dell’acqua inizialmente inquinate e successivamente risultate insufficienti. Insomma, inadeguatezze che hanno richiesto investimenti notevoli per corrispondere alle esigenze del tempo e della scienza”. E nonostante queste difficoltà, il Perrino è comunque arrivato “a livelli di eccellenza per diagnosi, assistenza e cura”. Allo stato attuale, dunque, “non è possibile ipotizzare che tutto ciò possa reggere le necessità sanitarie dei prossimi 30-40 anni. Anche gli adeguamenti attuali, in termini di infrastrutture e di ricerca di nuovi spazi, non hanno il respiro di una prospettiva di futuro, ma solo l’approccio delle emergenze”.

Una soluzione a lungo termine

Per questo, conclude il primo cittadino, è “obbligatoria un’iniziativa per la costruzione di una nuova struttura con ubicazione e spazi che fronteggino le mutate condizioni nel rapporto tra salute e assistenza”. Un contenitore che sia in grado “di ospitare tutte le aree mediche, chirurgiche, tecnologiche, necessarie ad un’assistenza territoriale completa, vieppiù per il disvelamento che la pandemia ha operato in termini di ambienti isolabili e, al tempo, convertibili. Certamente l’anacronistica forma a torre è da superare, in favore di una a piano, non molto alta, che abbia capacità di accoglienza e sostenibilità dal punto di vista energetico. Il tema non è nuovo. Già questa estate, infatti, il primo cittadino aveva presentato il progetto insieme al consulente dell’amministrazione comunale per le materie sanitarie Gianni Quarta. Proprio nell’occasione, si era immaginato un intervallo di dieci anni per riuscire a raggiungere l’obiettivo, sottolineando quindi la necessità di muoversi con largo anticipo. Cosa che verrà ufficializzata proprio martedì prossimo in consiglio comunale. L’area sulla quale realizzare le nuove strutture dovrebbe essere sempre nelle vicinanze dell’attuale “Perrino”, che manterrebbe comunque una funzione legata al servizio sanitario. I lotti sui quali dovrebbe sorgere il nuovo ospedale potrebbero essere quelli già individuati nell’ambito del Documento programmatico preliminare al Pug, che proprio dall’attuale nosocomio arrivano fino al confine con il Comune di Mesagne. «Questa dovrà essere un battaglia di giustizia per il territorio», aveva detto Quarta solo pochi mesi fa.

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