Nuova beffa per i proprietari di Acque Chiare: arrivano le "cartelle pazze"

Nuova beffa per i proprietari di Acque Chiare: arrivano le "cartelle pazze"
di Roberta GRASSI
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Giovedì 18 Febbraio 2016, 05:53 - Ultimo aggiornamento: 15:55
BRINDISI - Ancora la beffa. Tutti i proprietari delle villette del villaggio di Acque Chiare, sequestrato dal 2008 e sottoposto a confisca dal 2012, stanno ricevendo cartelle Soget in questi giorni con cui si insiste nel richiedere i pagamenti per “bonifiche” in favore del consorzio Arneo di cui poco o nulla si sa. L’importo indicato è di 57 euro, 5 in più rispetto alla somma che era stata indicata sui primi bollettini, ritenuti anch’essi “cartelle pazze” che erano giunti agli intestatari degli immobili del villaggio nel luglio scorso.

Il complesso ha ormai l’aspetto di un insediamento “fantasma”. E’ sotto chiave ormai da otto anni: le 178 villette intestate a proprietari diversi dal costruttore, le 54 che sono ancora di Vincenzo Romanazzi perché non è stato concluso l’atto di vendita, sono disabitate.

Pur essendo stati definiti “ignoranti colpevoli” e avendo dovuto affrontare un processo per lottizzazione abusiva, tutti sperano di poterle riavere, dopo anni di battaglia giudiziaria ancora non conclusa. Lo scorso 29 gennaio la Corte di Cassazione ha rinviato a data da destinarsi l’udienza fissata per discutere i ricorsi delle difese dei quattro imputati condannati in primo grado, sentenza poi confermata anche in Appello.

In quelle sedi è stata anche decisa la confisca dell’intero villaggio sulla litoranea per Apani, ritenuto il frutto di una lottizzazione abusiva. A riaccendere le speranze è una sentenza della Corte europea dei diritti dell’Uomo, interpretata inizialmente dalla Corte costituzionale però in senso non del tutto favorevole agli acquirenti brindisini. C’è però un ricorso che è stato formulato alla Grand Chambre, una sorta di “sezioni unite” di Strasburgo, per altri casi gemelli che potrebbe fare chiarezza sul principio già annunciato in sede europea secondo cui non è possibile confiscare un bene in assenza di una sentenza di condanna.
Nel frattempo le estati in quel di Brindisi scorrono senza le belle vacanze ad Acque Chiare. Fra i proprietari c’è chi continua a pagare i mutui, tutti devono sostenere le spese per la manutenzione degli immobili. Ma lì, tra i viottoli in cui un tempo correvano bimbi in costume da bagno, volavano palloni, ci si imbatteva in biciclette, capannelli di ragazzi e si godeva di gioia estiva, c’è ora il deserto. Nessuno può entrare, in località Case Bianche. C’è però il consorzio Arneo che rivendica somme per attività di bonifica che sarebbero state effettuate ma di cui non si conosce il dettaglio.

Il primo giro di “cartelle pazze”, tali sono secondo i destinatari, fu contestato verbalmente lo scorso luglio. Si sperava che il “paradosso”, adeguatamente sottolineato anche attraverso i giornali, portasse a una retromarcia. E invece no. Passati sette mesi ci ha pensato la Soget, la società che si occupa per il Comune della riscossione dei tributi. Per la “bonifica fabbricati” si chiedono 57 euro. Oltre al contributo ci sono anche le spese di notifica.

Non foss’altro che per una questione di principio, nessuno intende pagare. Partiranno le impugnazioni. In cima all’elenco di quanti promettono battaglia c’è l’avvocato Vittorio Rina che in passato è stato anche amministratore di condominio di Acque Chiare e che quindi conosce bene conti, spese e imposte da pagare.

E’ proprio lui a formulare un quesito che potrebbe rivelarsi cruciale nell’intera vicenda per dimostrare che la richiesta dei pagamenti potrebbe essere illegittima: “Come ha potuto l’Arneo eseguire lavori di bonifica dei fabbricati senza compiere un illecito se nel villaggio è impossibile entrare, per via dei sigilli?” La risposta sarà formalmente richiesta al presidente del consorzio. Per poi passare alle vie di fatto, con le formali impugnazioni delle cartelle.
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