Non solo metano, nel futuro di Cerano anche eolico e fotovoltaico

Non solo metano, nel futuro di Cerano anche eolico e fotovoltaico
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Sabato 18 Maggio 2019, 09:09
Promette celerità e certezze nell'iter autorizzativo, proprio come richiesto dal direttore per l'Italia del gruppo Enel Carlo Tamburi, la capogruppo in commissione Ambiente del Movimento 5 Stelle, la senatrice Patty L'Abbate. E conferma che il progetto di riconversione non prevede soltanto l'utilizzo del gas naturale ma anche l'eolico ed il fotovoltaico, per provare a mettersi alle spalle decenni di carbone.
Allo stato attuale, tuttavia, Enel ha annunciato solo la parte relativa alla riconversione a metano. Ed ha puntato invece su due richieste ben precise: procedure con tempi rapidi e certi per le autorizzazioni e l'avvio del capacity market per sostenere gli investimenti in impianti a gas che serviranno a garantire la sicurezza e l'adeguatezza del sistema elettrico quando il carbone sarà uscito definitivamente dal mix di generazione del nostro paese. Il capacity market, in sostanza, è considerato indispensabile da Enel perché dovrà remunerare la capacità aggiuntiva resa disponibile dalle centrali a gas a ciclo aperto, il cui utilizzo è pensato principalmente per colmare l'eventuale fabbisogno residuo di energia.
«Brindisi - garantisce la senatrice L'Abbate rivolgendosi alla città - non verrà lasciata sola ad affrontare questa delicata fase di transizione industriale: il governo farà il necessario perché la conversione della centrale Federico II avvenga nei tempi più brevi, secondo un iter autorizzativo fluido, che accompagni l'azienda Enel nel percorso di decarbonizzazione che la porterà a continuare ad operare sul territorio secondo nuove logiche di sostenibilità, salvaguardando ambiente e salute da un lato e occupazione ed economia dall'altro».
La senatrice ricorda in questo senso l'incontro di febbraio con i vertici Enel, insieme ai rappresentanti locali del Movimento 5 Stelle, durante il quale si discusse del futuro della centrale. «Apprendemmo già allora - riferisce - che l'azienda era disponibile alla decarbonizzazione entro il 2025, con una riduzione di capacità produrre da fonte fossile di 8 gigawatt, e via via una riduzione delle emissioni già dal prossimo anno». A tutto questo, riferisce, si aggiunge la piena disponibilità di Enel «a velocizzare il percorso di conversione della centrale di Cerano» ed anche il «contenimento degli impatti sociali e occupazionali».
La capogruppo del Movimento 5 Stelle in commissione Ambiente al Senato rassicura i brindisini sull'attenzione del governo e ricorda come proprio il territorio aspetti da tempo «risposte e l'avvio dell'iter autorizzativo di Enel per la conversione della centrale, utilizzando pannelli fotovoltaici, eolico e gas». A conferma del fatto che la parte di generazione legata al metano è solo uno degli elementi che costituiscono il progetto per la nuova centrale. Del resto, oltre all'area in cui sorge l'impianto ci sono i chilometri e chilometri di nastro trasportatore e, come ha ricordato anche il sindaco Riccardo Rossi, i campi circostanti sui quali è vietata la coltivazione.
La decisione di Enel sul destino della Federico II e di altri tre impianti a carbone dimostra, per la senatrice L'Abbate, «che è possibile conciliare sostenibilità e sviluppo economico, perché l'investimento dell'azienda è uno storico cambio di rotta. Continueremo nel confronto aperto con le aziende, per il bene del territorio e dei cittadini. Il governo punta con decisione alla decarbonizzazione, e non solo della Puglia».
Il risultato, ovvero la presentazione da parte di Enel al ministero dell'Ambiente delle istanze per la trasformazione della centrale da carbone a gas per quattro impianti, è stato raggiunto, conclude, «grazie al coinvolgimento attivo di tutti gli attori interessati nell'avviare, per il bene di tutta la nostra nazione, un sistema energetico moderno, efficiente e pulito che non neghi i diritti primari al benessere, alla salute ma anche all'occupazione; il nostro vicepremier Luigi Di Maio è stato chiaro, serve un nuovo patto con gli industriali per la riconversione ecologica del nostro Paese».
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