Non hai il bancomat? Più cara la mensa online

Non hai il bancomat? Più cara la mensa online
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Martedì 2 Ottobre 2018, 12:04
Pioggia di proteste a Mesagne da parte dei genitori dei bimbi che usufruiscono della mensa scolastica a causa del farraginoso sistema di pagamento online dei ticket. Non solo. I genitori che non possiedono un bancomat o la postpay sono costretti a stampare un bollettino e andare a pagare i ticket al tabaccaio con una tassa per il servizio di transazione di 2 euro per 10 ticket di buoni pasto, come recita la nota informativa del Comune di Mesagne. Ed ancora chi paga online ha un ventaglio di istituti di credito convenzionati di cui solo due con sportelli in provincia. I genitori che hanno conti correnti con altre banche non possono utilizzare tale sistema informatico. Dunque, la rivoluzione del servizio mensa informatizzato, portato avanti dal comune di Mesagne, sta creando grossi disagi alle famiglie.
«Questo sistema, al di là dei risultati che potrà portare negli anni a venire, non tiene conto in alcun modo delle reali e concrete esigenze dei soggetti fruitori cioè le famiglie mesagnesi», ha spiegato Mauro Resta, consigliere comunale della lista Guarini sindaco che, inoltre, ha fatto notare un'altra anomalia. «Non può non evidenziarsi che nel predisporre la succitata piattaforma informatica il Comune di Mesagne non ha tenuto minimamente conto del livello di informatizzazione che purtroppo non copre tutte le famiglie che utilizzeranno il servizio». Secondo Resta questa situazione «non può rappresentare un freno al processo di informatizzazione, ma al contempo andrebbe previsto un sistema del doppio binario, cioè mantenere il vecchio sistema in piedi per un altro anno e farlo affiancare da quello attualmente previsto». In pratica consentirebbe a coloro i quali sono meno esperti di poter iniziare a prendere contezza della nuova situazione. Ma vi è di più.
«Tale situazione è acuita dall'obbligo imposto dal Comune di Mesagne di ricaricare il borsellino elettronico di un importo non inferiore a 10 buoni pasto-, ha fatto notare il consigliere -. Questa situazione andrebbe rivista. Non è concepibile che le famiglie fruitrici del servizio mensa siano obbligate ad effettuare un esborso economico fisso senza avere la possibilità di scegliere se acquistare una minore quantità di buoni pasto, in relazione alle proprie capacità ed i propri bilanci familiari». Sull'argomento è intervenuto l'assessore all'Istruzione, Marco Calò: «Comprendo che il sistema è nuovo e come tale migliorabile con il contributo di tutti». Tuttavia l'assessore ha anche messo in evidenza che, in contraddizione della nota informativa del Comune «non esiste un numero minimo di acquisto dei buoni».
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