Non ci fu truffa. «Ma l'impresa ha patito danni»

Non ci fu truffa. «Ma l'impresa ha patito danni»
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Sabato 6 Febbraio 2016, 09:47
Presunto danno all’Inps e ipotesi di truffa allo stato: assolto imprenditore di Ostuni. Il giudice del tribunale di Brindisi, Giuseppe Biondi, ha riconosciuto innocenti Felice Lotesoriere, titolare di una rivendita auto ed officina meccanica, ed anche Andrea Arcai e Cosimo Laghezza i suoi due dipendenti.
Secondo l’accusa i tre, in concorso tra di loro, attraverso artifici e raggiri, si erano appropriati di un ingiusto profitto ai danni dell’istituto previdenziale. I due avvocati difensori, Vito Cellie e Luca Marzio, degli imputati, hanno dimostrato l’estraneità alle accuse, derivanti da controlli effettuati negli anni scorsi da parte dagli uffici del ministero del Lavoro –Ispettorato, in sinergia con i carabinieri per la tutela del lavoro. Quattro le udienze fino alla sentenza emessa nelle scorse ore.

Il Pm durante la fase processuale ha sostenuto che i dipendenti, seppur in cassa integrazione, avrebbero continuato a svolgere il loro lavoro nell’officina percependo in maniera illecita, le indennità previste. Il danno all’ente pubblico, superiore ai 5 mila euro per lavoratore, sarebbe stato compiuto tra il gennaio ed il giugno 2011: in questi sei mesi – secondo l’accusa- oltre alle somme che i due dipendenti riscuotevano tramite la cassaintegrazione, il titolare dell’azienda avrebbe risparmiato decine di migliaia di euro. Il reato contestato ai tre imputati era truffa aggravata in concorso ed in continuazione.

Il giudice Biondi, però, ha accolto le tesi difensive: prosciolto Lotesoriere, difeso da Vito Cellie, anche ogni altra possibile accusa nei due dipendenti, Arcadi difeso da Luca Marzio e Laghezza dallo stesso Cellie, è decaduta. All’esito dell’attività istruttoria e delle memorie difensive, già depositate, e dalle conclusioni della difesa - secondo il tribunale - l’ipotesi di truffa aggravata non rispondeva alla realtà dei fatti. Circostanze, dal 2011 ad oggi, a causa di questa vicenda giudiziaria che avrebbero creato non pochi problemi all’azienda, che in tutto questo periodo non ha potuto usufruire del Documento Unico regolarità contributiva (Durc), elemento indispensabile sia per partecipare a gare pubbliche, ma soprattutto per avere rapporti economici con la pubblica amministrazione.
Gli avvocati degli imputati sono riusciti, a dimostrare che i lavoratori durante il periodo di cassa integrazione, non hanno offerto la loro prestazione lavorativa all’interno dell’officina, e quindi hanno potuto percepire il loro indennizzo pubblico, secondo i canoni prestabiliti, senza provocare alcuno danno erariale allo stato. Contestualmente è stato stabilito che il titolare dell’impresa ha usufruito di queste agevolazioni, previste per le aziende , sgravandole in parte dei costi della manodopera temporaneamente non utilizzata,in maniera legittima.
Il Tribunale di Brindisi ha riconosciuto l’assenza dei presupposti giuridici per contestare il reato di truffa aggravata, così come richiesto dalla pubblica accusa. 
D.San.
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