Nodo intermodale tra porto e ferrovia: Valutazione d'impatto ambientale a tempo di record

Il collegamento ferroviario tra banchine e rete nazionale
Il collegamento ferroviario tra banchine e rete nazionale
di Francesco RIBEZZO PICCININ
3 Minuti di Lettura
Venerdì 26 Agosto 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 23:30

Ok da parte del ministero della Transizione ecologica, ad appena nove mesi dall’avvio dell’iter, alla Valutazione d’impatto ambientale per il progetto definitivo del nodo intermodale di Brindisi, che prevede il completamento dell’infrastruttura di collegamento dell’area industriale retroportuale con la rete ferroviaria nazionale.

I finanziamenti del Pnrr

Si tratta, per la precisione, del secondo lotto, da 25 milioni di euro nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza, di un progetto più ampio, il cui obiettivo finale è l’incentivazione del traffico merci su ferro, integrando il sistema portuale con il sistema ferroviario e riducendo in questo modo le interferenze tra le attività di terminalizzazione ed il traffico urbano. Non solo. In questo modo, infatti, si riuscirebbero a prevenire incidenti come il disastro di Viareggio del 2009, quando a causa del deragliamento di un treno merci, un carro cisterna che trasportava gpl innescò uno spaventoso incendio e poi un’esplosione nel pieno del centro abitato della città, causando la morte di 32 persone e decine di feriti, oltre a danni a diversi palazzi che, in alcuni casi, dovettero essere abbattuti perché non più agibili o per costi di riparazione superiori ad una ricostruzione ex novo. Nell’estate dello scorso anno, tra l’altro, si è temuto che qualcosa di simile potesse verificarsi quando il traffico ferroviario è stato bloccato e le strade chiuse a causa di una perdita di butilene, un gas infiammabile, da un treno merci diretto al petrolchimico. Questione risoltasi poi, fortunatamente, senza danni o vittime.

Il progetto

L’intervento, come detto, è diviso in due lotti. Il primo, a carico del Comune di Brindisi ma non ancora completato, prevede la realizzazione del raccordo tra la dorsale del consorzio Asi, che arriva fino alle banchine del porto, e la cosiddetta “stazione elementare”, dove si svolgeranno le manovre dei treni merci, all’interno dell’area retroportuale ed in particolare in zona industriale (di competenza del consorzio Asi). La stazione sarà dotata di quattro binari (due già realizzati dal Comune ed altri due a carico di Rfi) per l’arrivo e la partenza dei treni merci a modulo 750 metri, sulla base dello standard europeo. Il secondo lotto invece, proprio quello che sarà realizzato da Ferrovie ed il cui iter per la Valutazione d’impatto ambientale si è concluso positivamente nelle scorse ore, prevede la realizzazione dei binari 1 e 2 della nuova stazione (i binari 3 e 4 sono invece inseriti nel lotto di competenza del Comune), la nuova tratta di ferrovia di collegamento tra la stazione elementare e la linea Bari-Lecce, posto di comunicazione e bivio di collegamento della nuova tratta con la linea Adriatica, impianti di trazione elettrica e apparati tecnologici della nuova stazione merci, della tratta di collegamento tra questa e la linea Adriatica e del bivio sulla linea Adriatica per l’allaccio della nuova linea.

Le conseguenze positive

Obiettivo, come detto, innanzitutto incentivare il traffico merci su ferro. Il modello di esercizio prevede, infatti, a fronte degli attuali circa 22 treni a settimana, la possibilità di gestire fino a 7 treni al giorno (5 di giorno e 2 di notte), per un totale di circa 49 treni a settimana.

In questo modo, inoltre, si riducono le interferenze tra le attività di terminalizzazione ed il traffico urbano. Oltre ad evitare, come detto, possibili incidenti. Poche e non particolarmente impattanti le prescrizioni indicate dal Comitato tecnico Via e fatte proprie dal decreto ministeriale, tra le quali ulteriori impianti di siepi e alberi rispetto a quanto previsto, riduzione al minimo degli interventi di arficializzazione di Fiume Grande, monitoraggi ambientali ante e post operam. Tutto questo andrà inserito all’interno del progetto esecutivo per poi individuare l’azienda che sarà materialmente chiamata a realizzare l’infrastruttura.

© RIPRODUZIONE RISERVATA