No alla gastronomia nei mercatini di Natale: stop alle pettole in piazza. Scoppia la polemica tra il gestore del chiosco e il Comune

Una delle passate edizioni del mercatino di Natale
Una delle passate edizioni del mercatino di Natale
di Antonio SOLAZZO
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Lunedì 5 Dicembre 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 22:00

Sotto le luminarie tiene banco la polemica di Salvatore Dell’Anno, ideatore di “Pettolando in Tour”, per la questione legata ai classici mercatini di Natale di piazza Vittoria, a Brindisi. Pomo della discordia la decisione del Duc (Distretto Urbano del Commercio) di lasciare fuori dagli stand i prodotti artigianali tipici e tradizionali del periodo natalizio. Per questo motivo, quindi, lo street food non dovrebbe essere presente nella piazza.

La polemica per le scelte del Comune

Pettolando in Tour, nato tredici anni fa e uno dei più antichi per presenze, potrebbe dunque rimanere fuori e non avere il proprio posto. Nasce da qui la protesta che, quest’anno, potrebbe avere un vero punto di non ritorno. «Siamo avviliti – spiega Dell’Anno – perché la storia si ripete, come ogni anno da quattro anni, dopo il periodo di grande difficoltà per i mesi di pandemia per il Covid che ci ha lasciato senza lavoro e senza introiti. Non ci sono dei motivi plausibili per giustificare questa idea, non rappresentiamo una minaccia per gli altri commercianti in quanto i nostri prodotti non generano una concorrenza con gli esercenti presenti lungo i corsi del centro. Abbiamo sempre portato nella più bella piazza della nostra città tanta gioia e allegria a chi aspetta il periodo natalizio, soprattutto ai più piccoli. Con questa amministrazione, però, ci sono ostacoli di ogni tipo, forse poiché l’anno scorso abbiamo fortemente criticato i gazebo installati al posto delle casette. Per questo, nessuno sceglie più di venire a Brindisi e si sposta a Mesagne, a Lecce, a Bari Vecchia dove ci sono le casette dove si cucinano le orecchiette, tanto per fare un esempio. Quei pochi operatori che credevano e occupavano con sacrifici questi stand sono costretti a rifugiarsi altrove. L’assessore Oreste Pinto, che ora è presidente del Duc, ha deciso di prendere in mano la situazione estromettendo di fatto il food da Piazza Vittoria. Già nel 2018 c’era stata una polemica con l’amministrazione perché lo stesso Pinto, all’epoca assessore alle attività produttive, introdusse un divieto di cottura che era però una legge vecchia, scaduta e normata nel 2011. Superato questo, le problematiche sono comunque continuate. Sembra essere diventata una sfida nei nostri confronti, ma noi siamo cinque famiglie che scelgono di portare avanti la tradizione brindisina facendo le pettole, il torrone, la puccia o le ncarteddate, ma così facendo non ci è stato nemmeno concesso il tempo di rientrare, magari, in qualche altro mercatino.

Così facendo non ci viene consentito di lavorare e vendere i nostri prodotti tipici natalizi. E non riesco davvero a capire il perché». Dell’Anno conclude quindi il suo sfogo: «Sono uno dei più agguerriti, ma non voglio nessuna guerra: cerco semplicemente di capire perché si portano avanti queste decisioni».

La replica dell'assessore e presidente del Duc

Pinto, dal canto suo, replica a muso duro: «Non devo rispondere su questo argomento che sarà portato all’attenzione degli organi superiori e competenti», afferma l’assessore. «Non sono tenuto a rispondere a provocazioni e a insulti, non cado in questi tranelli: vorrei solo mettere in evidenza che l’operato del Distretto Urbano del Commercio si realizza attraverso diverse azioni, di cui il mercatino è solo una e l’ultima. Io porrei attenzione a tutto ciò che il Duc sta facendo nei confronti dei commercianti, come incrementare la sicurezza con un servizio aggiuntivo di guardie giurate, come compensare l’assenza di parcheggi mettendo a disposizione gratuita dei servizi di auto elettriche e mettendo a disposizione un baby parking nel quale le persone che vogliono fare compere possono lasciare i bambini che saranno affidati ad animatori ed educatori. Noi facciamo il bene dei commercianti, quindi non scendo in polemiche pretestuose alimentate da una persona che ha interessi privati», chiude.

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