Il ministero ha 18 miliardi per sostenere gli investimenti. Rossi: «Ma per Brindisi non c'è niente»

Il vice ministro Gilberto Pichetto Fratin con il prefetto Carolina Bellantoni
Il vice ministro Gilberto Pichetto Fratin con il prefetto Carolina Bellantoni
di Francesco RIBEZZO PICCININ
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Mercoledì 23 Marzo 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 16:43

Nessun intervento “speciale” per Brindisi. Non è finita bene la visita del vice ministro allo Sviluppo economico Gilberto Pichetto Fratin a Brindisi, utilizzata dal sindaco Riccardo Rossi nelle scorse ore, in consiglio comunale, come esempio dell’atteggiamento - non certo di apertura - da parte del governo nei confronti del territorio. «Da quando sono sindaco, in questi 36-40 mesi, ho trovato - ha ribattuto a chi gli contestava il fatto che a Brindisi non fossero stati assegnati i fondi del Just Transition Fund - aperture su alcuni temi e chiusure totali su altri da parte dei governi. Trasversalmente. Il Jtf non si è voluto aprire a tutte le realtà coinvolte dal phase out dal carbone. E basta guardare le dichiarazioni di tutti i sindaci delle altre città. A Civitavecchia mi sembra che governi la Lega, qui a Brindisi il centrosinistra, a Savona anche, a Venezia Forza Italia o comunque il centrodestra». Come a dire che non si tratta di una questione di schieramento politico.

Niente fondi “riservati”

L’altro esempio portato da Rossi è quello più “fresco”. Dopo avere ringraziato il deputato e commissario regionale di Forza Italia Mauro D’Attis per avere portato il vice ministro allo Sviluppo economico a Brindisi. «Lui ha detto - ha raccontato Rossi - di essere venuto qui per ascoltare ma anche che il ministero ha a disposizione 18 miliardi per sostenere le imprese. Non attraverso i Contratti istituzionali di sviluppo ma attraverso i Contratti di sviluppo. Al che io gli ho chiesto: perché non facciamo una misura per Brindisi. Una parte tu la destini al territorio provinciale per proposte di aziende, definendo ovviamente temi e settori da incentivare. La risposta è stata che non è d’accordo, che non si possono parcellizzare i fondi sul territorio. Se ci sono aziende che ritengono attrattiva una provincia faranno richiesta e il ministero valuterà. Questa è stata la risposta.

E, sia chiaro, non ne faccio una questione politica: è una cosa trasversale. Se domani governerete voi, vi troverete ad affrontare le stesse risposte».

Il dispiacere

A ventiquattr’ore di distanza, il sindaco è ancora amareggiato per la risposta negativa e spera che la proposta possa ancora essere presa in considerazione. «Sono convinto - dice - che queste misure debbano sì sostenere le imprese ed i loro programmi di investimento ma anche ricucire quelle situazioni di difficoltà, specialmente nel Mezzogiorno. In questo senso, non posso che registrare una differenza di vedute su quella che penso possa essere una importante misura per il sostegno delle imprese ma anche del territorio. Altrimenti, se non si correlano questi aiuti con i territori più in difficoltà, la forbice della disuguaglianza è destinata ad aumentare. Ecco perché penso che questo tema andrebbe maggiormente approfondito. Altrimenti, cosa dovremmo chiedere? Cassa integrazione? Naspi? Ammortizzatori sociali? Sarebbe più produttivo, ma soprattutto più dignitoso, uno strumento dedicato. Un po’ come accaduto per i fondi per la chimica dedicati ad imprese che volevano investire sul territorio».

Volontà politiche

La somma a disposizione del ministero, fa notare il sindaco, è enorme. E Brindisi avrebbe bisogno di una frazione davvero irrisoria di quei 18 miliardi. «Non voglio - prosegue - dare un numero preciso ma 100-150 milioni non rappresentano neanche l’un per cento del totale. Tutto questo per un avviso pubblico alle aziende che vogliono investire in Italia ed in un territorio come Brindisi. Non pretendo una risposta immediata ma mi piacerebbe una maggiore riflessione. Anche perché non stiamo chiedendo mica di investire in mezzo al deserto. Brindisi è una realtà infrastrutturata. Ecco perché la proposta andrebbe valutata e non bocciata senza appello. Anche perché non è che non sia possibile. Anzi, sappiamo che è possibile. È solo una questione di volontà politica».

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