Nello scafo una tonnellata di droga: arrestati

Nello scafo una tonnellata di droga: arrestati
di Salvatore MORELLI
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 24 Luglio 2019, 09:01
Passa da Brindisi l'operazione Outlet, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Bologna, che ieri ha smantellato nel capoluogo emiliano romagnolo una complessa e ramificata rete di import di droga dall'Albania, gestita da albanesi e da italiani. Trentacinque gli indagati, 17 gli arrestati (di cui uno ai domiciliari, gli altri in cella) e sequestri per oltre 1.500 chili di marijuana, cento chili di hashish e 2 chili di cocaina. Tre i presunti narcotrafficanti brindisini coinvolti, Antonio Massaro di 64 anni, Vincenzo Vindice di 34 anni, e Saverio Palma, di 46 ann, di Ostuni. I tre avrebbero offerto all'organizzazione un importante contributo proprio per gli aspetti logistici, vale a dire il reperimento del pilota, del gommone e della relativa motorizzazione, oltre che l'attività primo stoccaggio dello stupefacente giunto in Italia.

La marijuana arrivava sulla costa brindisina attraverso l'utilizzo di potenti gommoni in grado di trasportare sino a 1.000 chilogrammi, ovvero una tonnellata, di cannabis per traversata, condotti tendenzialmente da scafisti pugliesi, in grado di attraversare il mare Adriatico anche in condizioni di criticità e di raggiungere ed attraccare a ridosso di calette e spiagge del litorale brindisino. Qui la droga veniva infine stoccata e smistata verso alcuni garage di Bologna dove, infine, veniva smerciata ai pusher, quasi tutti albanesi o magrebini. Proprio dall'arresto di uno di questi spacciatori è nata poi l'inchiesta gestita dalla Squadra mobile di Bologna.

Un marocchino, finito in manette, aveva raccontato agli agenti di avere appena comprato la marijuana da alcuni albanesi che gli avevano consegnato la partita nell'area esterna al centro commerciale bolognese Meraville, dando così il nome all'operazione, Outlet. L'indagine trae origine dagli esiti investigativi di una precedente attività d'indagine che aveva fatto emergere una serie di indizi a carico di un gruppo di soggetti albanesi dediti all'importazione di ingenti quantitativi di cocaina e marijuana. L'attività illecita, pur avendo come epicentro il capoluogo emiliano romagnolo, consentiva necessariamente la ramificazione anche in altre regioni: la Puglia e Brindisi (punto di approdo degli ingenti carichi di stupefacente provenienti dall'Albania), l'Umbria e la Toscana, ed era strutturata in termini tali da garantire un costante approvvigionamento dello stupefacente ed un celere smistamento delle partite di volta in volta importate e/o acquistate.

Il gruppo era solito comunicare attraverso una chat criptata la cui decodifica da parte degli investigatori consentiva di disvelare una vasta rete di narcotrafficanti. Inoltre, vantava un canale di approvvigionamento privilegiato in Albania, dove poteva godere di numerosi appoggi. Grazie infatti alle notevoli disponibilità economiche, era possibile non soltanto portare a termine gli ingenti acquisti di droga, ma anche occuparsi di tutte le spese necessarie per i trasferimenti di quest'ultima. D'altra parte gli ingenti quantitativi acquistati ogni volta permettevano di ottenere prezzi ridotti all'ingrosso, nell'ordine di qualche centinaio di euro al chilogrammo, così da garantire ancora maggiori guadagni dalla successiva vendita (un kg veniva acquistato a 800/1000 euro e rivenduto anche a 2.000/2.500 se la qualità era eccellente).

Le indagini, durate circa un anno (dal dicembre 2016 a dicembre 2017), hanno permesso di procedere al sequestro di grossi quantitativi di stupefacente ed alla conseguente adozione di misure pre-cautelari nei confronti dei diretti responsabili. I 17 provvedimenti sono avvenute in tutta Italia con la collaborazione delle Squadre Mobili di Brindisi, Reggio Emilia, Ferrara, Arezzo, Cremona, Foggia, Perugia, Monza-Brianza e Siena.
© RIPRODUZIONE RISERVATA