«È dura non poter rivedere i miei cari, ma non mi abbatto. E' tutto rimandato»: il Natale di Federica, a Birmingham da sola

«È dura non poter rivedere i miei cari, ma non mi abbatto. E' tutto rimandato»: il Natale di Federica, a Birmingham da sola
di Maria Teresa LANZILLOTTI
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Martedì 22 Dicembre 2020, 09:15 - Ultimo aggiornamento: 13:20

Federica Denetto, 32 anni tra due giorni, vive a Birmingham da oltre un quinquennio. Il trasferimento dalla provincia di Brindisi, San Vito dei Normanni, alla seconda città più grande dell'Inghilterra è avvenuto grazie ad uno stage post universitario dell'Accademia di Belle arti di Lecce. E quest'anno, anche a causa delle nuove restrizioni dovute alla variante inglese del coronavirus, non potrà tornare a casa per Natale.


Quest'anno, passerà il periodo natalizio lontana dalla sua città. Aveva programmato il rientro?
«Purtroppo sì, rimarrò a Birmingham. Non è il massimo tenendo presente che per me sarebbe dovuta essere una festa doppia. Il giorno della vigilia di Natale è il mio compleanno e, come tutti, avrei voluto passare questo periodo in famiglia, con le mie nipotine, con le amiche di sempre che mi aspettano a San Vito. Ma ho pensato che, visto il numero crescente di contagi qui in Inghilterra, all'ultimo momento sarebbe accaduto qualcosa e non avrei avuto modo di partire, e poi ho temuto di non riuscire a rientrare per tempo. Troppe incertezze e dubbi».


Che clima si respira in Inghilterra riguardo all'emergenza Covid e al Natale? È come essere tornati indietro a marzo?
«Il primo lockdown è stato difficile per tutti. Nessuno capiva cosa stesse accadendo, era impensabile che si sarebbe scatenata una vera pandemia. Poi, in un primo periodo Boris Johnson sosteneva che non avrebbe imposto alcuna chiusura. Eravamo tutti nel panico, non si poteva programmare alcunché, cambiava tutto di settimana in settimana. Questa volta è diverso, siamo consapevoli di quale sia la reale situazione e sappiamo che non potrà andare avanti in eterno. Si parla di vaccino, ora sappiamo come comportarci; certo, sapere che bisognerà passare il Natale chiusi in casa, non entusiasma nessuno. L'isolamento non è facile da gestire, ma ce la faremo, io sono tranquilla e fiduciosa».


Cosa è cambiato con l'emergenza sanitaria nella sua vita?
«Tante cose.

Soprattutto in ambito lavorativo. Sono arrivata in Inghilterra quasi 5 anni e mezzo fa, una settimana dopo il diploma quinquennale presso l'Accademia di Belle arti di Lecce, per uno stage presso il Birmingham museum & art gallery. Nei tre mesi di tirocinio ho preso contatti con la sala ricevimenti della struttura perché volevo rimanere in città e trovare lavoro. Ce l'ho fatta. Non sono rientrata e per un anno e mezzo ho fatto la cameriera, poi sono stata promossa ed ora sono la coordinatrice della struttura. Passare da un impiego impegnativo alla cassa integrazione che è andata avanti da marzo scorso ad ottobre di quest'anno, non è stato facile. Io vivo da sola e stare qui, chiusa in casa, è stato stressante. Ma non sono una persona che si abbatte. Mi sono rimessa a studiare per imparare a suonare meglio la chitarra e mi sono messa sui libri per imparare lo spagnolo. Sono andata avanti».


Quando ha lasciato la sua città, in estate, avrebbe mai detto che il rientro non sarebbe stato così vicino?
«No, pensavo che non ci sarebbe stato un altro lockdown. Da luglio a settembre mi sono goduta la famiglia, le mie nipotine, il nostro mare. Ero convinta che sarei tornata a Natale, sono andata via a cuor leggero. E per un po' è tornato tutto alla normalità. Ad ottobre sono rientrata a lavoro, a novembre sono ricominciate le restrizioni. Purtroppo qui i contagi sono aumentati. Ora sono di nuovo a casa e temo che slitti anche il rientro a lavoro».


Come passerà le sue feste doppie?
«Non ci saranno i nostri pranzi pugliesi che sai quando iniziano, ma hai paura che non finiscano mai. Starò a casa, preparerò qualche piatto della nostra tradizione, studierò e farò tante videochiamate con la mia famiglia ed i miei amici che sono a casa. Voglio tornare il prima possibile. Vorrei poter abbracciare i miei cari, ma non importa, non mi abbatto. I festeggiamenti sono solo rimandati».

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