Minacce a De Picciotto, taglieggiatori in cella: «I soldi o ti bruciamo gli ulivi»

Minacce a De Picciotto, taglieggiatori in cella: «I soldi o ti bruciamo gli ulivi»
di Lucia PEZZUTO
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Venerdì 31 Luglio 2020, 10:01 - Ultimo aggiornamento: 12:40

Non erano passati inosservati, agli occhi della malavita, gli investimenti nel settore agrituristico e ricettivo del finanziere Renè De Picciotto, tra Fasano e Ostuni, nonché socio della squadra di calcio del Lecce. Tanto da attirarsi le attenzioni di un gruppo criminale, deciso a far sentire il fiato sul collo. Così avrebbero tentano di estorcergli 50mila euro, minacciando l'imprenditore di dar fuoco agli ulivi della sua azienda e far male ai suoi congiunti. La denuncia, e le indagini degli investigatori, hanno posto fine all'incubo. E i presunti taglieggiatori sono stati arrestati. È finito così il progetto criminale di una banda di cinque persone che avevano tentato di estorcere denaro all'imprenditore italo svizzero, da alcuni anni di casa nel fasanese.

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Nonostante il piano architettato nei particolari, il gruppetto non aveva messo in conto che la vittima denunciasse tutto ai carabinieri e li facesse arrestare. L'operazione è stata condotta dal Nucleo investigativo del comando provinciale dei carabinieri di Brindisi guidati dal capitano Rolando Giusti, con il supporto del Comando provinciale di Bari, che ieri mattina ha dato esecuzione all'ordinanza, emessa dal gip presso il Tribunale di Bari, su richiesta di quella Procura della Repubblica, applicativa di misure cautelari personali nei confronti di cinque persone residenti nel barese. Gli indagati, tre dei quali sono finiti in carcere ed due ai domiciliari, sono ritenuti tutti responsabili di estorsione ai danni un'impresa agricola avente sede in Provincia di Brindisi, riconducibile agli interessi economici di un noto imprenditore italo-svizzero, operante anche nel settore turistico- alberghiero pugliese.
In carcere sono finiti: Giandonato Sciacovelli, detto Gennaro, 48enne di Bari; Michele Sciacovelli, detto Mirco, 27enne di Bari; Francesco Soloperto, 24enne di Bari. Ai domiciliari, invece, i coniugi Giuseppe Dell'Aglio, 46enne di Polignano a Mare, e Laura Colapietro, 37enne di Polignano a Mare.
La complessa attività d'indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Bari ed eseguita dal Reparto operativo investigativo del Comando Provinciale di Brindisi, è stata condotta da settembre a dicembre 2019, e trae origine dalla denuncia dell'amministratore unico di una società agricola fasanese, socio in affari di De Picciotto. Lo stesso raccontava di aver ricevuto una telefonata anonima da parte di uno sconosciuto, che lo aveva minacciato di distruggere con il fuoco gli ulivi dell'azienda se non fosse stata pagata la somma di 50mila euro da parte dell'imprenditore italo svizzero. Venti giorni prima, infatti, erano stati incendiati tre ulivi secolari, stando alle risultanze investigative, un atto intimidatorio che preannunciava la richiesta estorsiva.
A questa telefonata, nei giorni successivi, 20, 26 e 27 settembre, 2 e 8 ottobre, ne seguivano altre , sempre di analogo tenore. In particolare le telefonate partivano tutte da cabine telefoniche collocate nell'interland barese, Triggiano, Mola di Bari e Polignano. Durante questi contatti i malviventi minacciavano anche di far del male ai congiunti dell'imprenditore. Ma in una delle ultime telefonate il soggetto ignoto commette un errore: non si accorge di essere ripreso da una telecamera piazzata in zona.
Da qui i militari raccolgono un primo indizio importante. La svolta, tuttavia, arriva l'8 ottobre, quando gli estorsori danno appuntamento alla vittima per la consegna del denaro. L'appuntamento avviene nelle campagne del barese, un luogo isolato. Qui si presentano in due, poi identificati come Michele Sciacovelli e Francesco Soloperto. Al momento dello scambio , al posto dell'amministratore si presenta un carabiniere che consegna ai due uno zainetto con all'interno il denaro, ovviamente falso. E' a quel punto che gli altri militari appostati nei dintorni escono allo scoperto. Sciacovelli e Soloperto si danno alla fuga abbandonando lo zaino e la vettura con la quale si erano recati sul posto.
I due riescono a sottrarsi alla cattura con la complicità di Giandonato Sciacovelli che li recupera un paio di ore dopo nei campi baresi. Nella convinzione che lo zaino gettato durante la fuga fosse ancora ben nascosto sul luogo della fuga, Giuseppe Dell'Aglio e la moglie Laura Colapietro il 9 ed il 10 ottobre 2019, in questa data anche con Michele Sciacovelli, tornano sul posto alla ricerca dello zaino e dei soldi contenuti all'interno, ma ad aspettarli ci sono i carabinieri.
L'indagine dei militari porterà all'identificazione di tutti i componenti del gruppo criminale facente capo a un noto pregiudicato dell'area metropolitana di Bari. Durante le investigazioni è stato anche riscontrato il possesso di armi da parte di uno degli indagati, Dell'Aglio a dicembre scorso fu trovato a lavoro con due pistole, mentre successivamente fu arrestato Michele Sciacovelli, poco prima uscito dal carcere. Questi fu trovato alla cerimonia di un parente mentre era in regime di sorveglianza speciale.
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