Arte sui palazzi, il riscatto di una città nel segno di Millo

Arte sui palazzi, il riscatto di una città nel segno di Millo
di Tranquillino CAVALLO
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Giovedì 16 Giugno 2016, 12:56 - Ultimo aggiornamento: 14:12

La città di Mesagne si rigenera e si riqualifica grazie ai finanziamenti regionali ma, soprattutto, a una nuova politica di sviluppo del territorio che da alcuni lustri è stata messa in campo dalle amministrazioni, sia di centrodestra sia di centrosinistra, che si sono succedute a Palazzo dei Celestini, sede della residenza municipale. Gli anni bui della Scu sono ormai alle spalle: i mesagnesi si sono ripresi la città, o almeno ci provano oltre le sacche di consenso registrate intorno ad alcuni esponenti di spicco della mafia. Uomini e donne hanno preso coscienza che non bisogna mai abbassare la guardia; arte e cultura diventano leve su cui agire per la rinascita. Stavolta il sindaco Pompeo Molfetta e l’assessore ai Lavori pubblici e all’Urbanistica Palma Librato, in un periodo storico caratterizzato da trasformazioni, conflitti e contraddizioni, hanno affidato il progetto di riqualificazione urbanistica e architettonica dell’area vicina all’ex campo sportivo a cinque murales, dipinti su altrettante facciate di condomini di residenza popolare. Il risultato è da ammirare: le parole non esprimono al meglio le opere artistiche di Francesco Camillo Giorgino, noto come Millo, giovane mesagnese famoso in tutto il mondo.

 
Così a Mesagne è scoppiata la “Millomania”. «Millo strappa Mesagne dall’angolo in cui si era cacciata e la rilancia, anzi: la catapulta nel mondo», spiega con toni trionfalistici Giuseppe Florio, consulente politico dell’amministrazione Molfetta. E riassume il senso politico dell’opera commissionata a un grande artista, under 40, in una parola: eccellenza. Far rinascere una città a partire dalle periferie è una sfida interessante, assolutamente in linea con quanto muove la ricerca contemporanea in Urbanistica. Farlo attraverso linguaggi giovani è esperimento in atto in poche città italiane ma molto diffuso nel nord Europa. «Mesagne - spiega l’assessore Librato - è un Comune del sud Italia che pullula d’intelligenze, spesso però “fuggite” altrove per motivi di studio. Così è a tratti svuotata di quella fucina giovanile audace in grado di dare gambe alle idee. Tuttavia la città appartiene pur sempre a quei territori dove la voglia di cambiamento ha raggiunto una temperatura così alta da sembrare una lava bollente che ha bisogno solo di un innesco detonante per fuoriuscire: il punto è trovare l’innesco giusto in grado di ri-generare, ri-fondare fiducia e quindi ri-nascita».
Il parco urbano, intitolato a Roberto Potì, appartiene a quei progetti di riqualificazione con cui la Regione Puglia immaginava di lanciare un processo di condivisione di un progetto in grado di veicolare l’idea di bene comune, concetto ben più importante e ampio rispetto a quello di spazio pubblico. Questo processo è iniziato anni fa, ma è proseguito con il cantiere, con l’intitolazione, con la gestione. «Mesagne sta divenendo un insieme di luoghi in cui si sperimentano, con umiltà e audacia, piccole esperienze di “urban policy” che altrove hanno portato a vere rinascite; il luogo in cui si stringono i patti tra i cittadini, i comitati spontanei e l’amministrazione comunale per gestire i “beni comuni”, il luogo in cui la parola “comune” è sinonimo di spazio condiviso, curato da tutti, in cui pian piano si prende fiducia e insieme s’inizia a camminare», conclude l’assessore Librato.
E in questo «la Street Art ha un valore sociale nobile per molte ragioni: la prima, evidente, è quella di richiamare le eccellenze di origini mesagnesi; la seconda, altrettanto significativa, di avvicinare un quartiere popolare all’arte, un’arte semplice che rimanda al territorio».

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