Un anno da record per i mega yacht ma Titi mette in guardia: «Ora puntare sui servizi»

Il mega yacht New Secret, con tanto di elicottero, ormeggiato nel porto di Brindisi
Il mega yacht New Secret, con tanto di elicottero, ormeggiato nel porto di Brindisi
di Francesco TRINCHERA
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Domenica 28 Agosto 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 23:34

Un mercato in forte crescita, che sta avendo un rimbalzo significativo dopo le difficoltà incontrate nell’epoca in cui la pandemia imponeva restrizioni. In attesa che, più o meno verso ottobre, si possa dichiarare chiusa la stagione dei maxi yacht di Brindisi e trarre le conclusioni generali, l’operatore portuale Teo Titi ha tracciato un bilancio di quello che fino ad ora è riuscito a dare questo tipo di segmento della nautica nel 2022, secondo quanto fatto registrare dalla sua compagnia (Luise Puglia).

I numeri

«Quest’anno – ha specificato – è stato sino ad ora un anno record per noi, da un punto di vista sia di numeri in assoluto per barche sopra i 40 metri che per toccate delle stesse barche». Altro aspetto, quello relativo alla permanenza, la cui durata starebbe crescendo anno dopo anno: «Inizialmente erano poche ore, poi un giorno, due giorni ed ora anche alcune settimane». Esemplificativo proprio l’esempio di due imbarcazioni giunte in questi giorni: «In questo momento abbiamo due maxi yacht che sono qui da tre settimane e ne rimarranno un'altra».

Si tratta, in particolare, di imbarcazioni che sono rispettivamente di una lunghezza di 75 metri ed una di 62, «con ospiti a bordo che possono portare turismo e non solo l’economia che genera lo yacht in sé».

Mancanza di servizi

Uno di questi, il più lungo, è il “New secret”, imponente imbarcazione dotata anche di mini elicottero che è ormeggiato sotto la scalinata Virgilio, suscitando la curiosità di diverse persone. Molti di questi mega yacht sceglierebbero Brindisi perché il capoluogo ha come punti di forza «la sua posizione geografica, perché da qui è facile fare le escursioni in Puglia» ma anche «la presenza della banchina in città». In questo specifico ambito c’è però un problema generalizzato in tutta Italia, ovvero della mancata presenza «di banchine strutturate per i mega yacht nei centri cittadini». Per quel che riguarda lo specifico brindisino, l’operatore portuale ha sottolineato che la città «offre semplicemente una banchina ancora non dotata di servizi adeguati, come l’elettricità in banchina per queste barche che hanno bisogno di molta energia».

Il futuro

L’attesa da parte di Titi è ora per il completamento dei lavori di consolidamento di quella porzione di waterfront. «Abbiamo la concessione – ha puntualizzato - ed appena sarà tutto completato inizieremo con le procedure per poterla attrezzare adeguatamente». Sino ad adesso, infatti, i mega yacht sarebbero costretti a rifornirsi con dei propri generatori e «questo è un limite e potersi attaccare all’energia elettrica della banchina è un ulteriore attrattore e diventa più attraente il porto, come accade nei marina in cui ci sono le colonnine con i servizi».

Luise Puglia

La stessa compagnia offre alle barche «un servizio a 360 gradi» attivo tutto l’anno. Tutto questo nell’ambito dei diversi porti regionali all’interno della crociera. Titi ha spiegato che da anni sta cercando «di promuovere la Puglia per effettuare crociere non solo come transito». Un’azione di promozione portata avanti «soprattutto nelle fiere, invitando anche i maggiori attori di questo mercato a fare, magari in bassa stagione, degli educational in cui facciamo visitare la Puglia, vedere gli ormeggi e fare promozione diretta». Una strategia fruttuosa, secondo l’operatore portuale, perché «alla fine i risultati arrivano». Tutto questo nonostante la sofferenza patita durante il lockdown, «con un crollo totale», mentre adesso il segmento «si è ripreso alla grande», con l’arrivo di barche «di tutte le nazionalità», arrivando ad un bilancio «più che positivo». Le parole di Titi sembrano fare da ideale contraltare a quanto dichiarato tempo fa dall’assessore all’Urbanistica di Brindisi Dino Borri, che invece aveva detto di ritenere questo tipo di mercato non adatto per lo sviluppo del porto.

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