Medici, cinque aggressioni al giorno: sale operatorie presidiate dalle guardie giurate

Medici, cinque aggressioni al giorno: sale operatorie presidiate dalle guardie giurate
di Lucia PEZZUTO
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Mercoledì 12 Febbraio 2020, 12:19 - Ultimo aggiornamento: 12:21
Ogni giorno, negli ospedali, cinque medici vengono aggrediti, lo scorso anno le denunce di violenza nei confronti degli operatori sanitari sono state 1.500 ed il trend è destinato drammaticamente ad aumentare. Ma se questi sono i dati ufficiali vi è un dato sommerso ancora più allarmante ossia tutti quegli episodi che i medici e gli operatori sanitari in genere non hanno talvolta il coraggio di denunciare. Ad affermarlo è l'Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Brindisi che a seguito degli ultimi episodi di violenza ha lanciato l'allarme. Ieri mattina in un incontro presso la sede dell'Ordine a Brindisi, medici, Asl ed istituzioni si sono riuniti per fare il punto della situazione.

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Dieci giorni fa i parenti di un paziente raggiungevano il Blocco Operatorio all'interno dell'Ospedale Perrino di Brindisi e costringevano un chirurgo a interrompere l'intervento in corso, aggredendolo. Un fatto gravissimo portato all'attenzione anche del Comitato per l'Ordine e la Sicurezza in Prefettura. Da quel giorno l'unico provvedimento preso è stato quello di mettere una guardia giurata davanti alla porta della sala operatoria per scongiurare altri fatti simili.

«Il problema è diventato scottante, noi abbiamo lanciato l'allarme perché i colleghi sono stanchi, noi siamo obbligati ma lo facciamo con piacere a venire incontro ai bisogni e alla richiesta di salute dei cittadini - dice il presidente dell'Ordine, Arturo Oliva - ma non accettiamo che a fronte della nostra disponibilità ci sia da una parte degli utenti questa reazione e questa incontrollata violenza che ora non è più solo verbale ma assume i connotati della violenza fisica. Una escalation intollerabile. Noi lo abbiamo detto con forza alle istituzioni, alla direzione generale. Dobbiamo dire che la Asl ha accolto le nostre richieste ma evidentemente nella catena di trasmissione qualcosa non ha funzionato». Quindi le prime istanze: «Noi chiediamo che i tempi della burocrazia vengano drasticamente ridotti, basti pensare che la gara delle porte è stata avviata già da tre anni, o l'adeguamento del pronto soccorso risale a diversi anni fa si capisce bene come non si può attendere ulteriormente».

Alla base delle tante criticità che si riscontrano nell'Ospedale Perrino c'è anche la carenza di personale nel Pronto Soccorso, a fronte di 26 medici previsti di fatto ve ne sono appena 13 e non tutti sono specializzati. Una legge regionale lo consente ma questo va ulteriormente a discapito dell'utenza e degli stessi operatori sanitari che non riescono a far fronte alle esigenze degli utenti. La stessa Asl di Brindisi ha fatto più volte presente alla Regione Puglia il problema della carenza di organico ma senza successo.

«Partiamo dal presupposto che le aggressioni non hanno alcuna giustificazione e vanno punite. Purtroppo è un fenomeno che sta incalzando. Evidentemente c'è una sensazione di sfiducia nei confronti del sistema», ha detto in premessa il direttore generale della Asl di Brindisi, Giuseppe Pasqualone. «Per recuperare questo rapporto di fiducia con gli utenti - chiarisce - dobbiamo cambiare una modalità di approccio che non è semplice e che richiede una serie di interventi non tanto di sicurezza bensì mirati a modificare la nostra capacità di accogliere l'utente e dargli una soddisfazione che non è solo di tipo logistico ma di approccio alle cure. Per questo abbiamo tutta una serie di iniziative che vanno dalla formazione all'accoglienza e alla nuova veste che devono avere le strutture soprattutto nei luoghi di attesa le persone. Non a caso è sulla formazione dei nostri operatori che sta investendo la Regione. Un processo complesso che richiede del tempo. Non è sufficiente una porta in più o un carabiniere in più, questo non è il modo per risolvere un problema. Il sistema Sanitario deve modificare il suo approccio e l'utenza deve riacquistare fiducia negli operatori».
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