“In mutande”, il calendario della protesta contro il Dpcm del Governo: commercianti e ristoratori posano seminudi

“In mutande”, il calendario della protesta contro il Dpcm del Governo: commercianti e ristoratori posano seminudi
di Lucia PEZZUTO
3 Minuti di Lettura
Domenica 20 Dicembre 2020, 09:57 - Ultimo aggiornamento: 22 Dicembre, 12:07

Che queste sarebbero state delle festività natalizie un po' sotto tono ce lo aspettavamo ma che le vendite dei regali colassero a picco, proprio i negozianti non lo avevano messo in cantiere. I centri commerciali sono chiusi e così i corsi principali, nell'ultimo ultimo sabato prima del Natale, si riempiono. Ma a fronte degli affollamenti degli anni scorsi, poca voglia di entrare nei negozi e spendere. Sarà stata la paura per il covid, saranno state le disposizioni dell'ultimo Decreto Legge, che prevede zona rossa nei giorni festivi e prefestivi dal 24 dicembre al 6 gennaio, o semplicemente la crisi, ma le attività commerciali registrano tutte un calo delle vendite. I più colpiti sono quelli di abbigliamento, le profumerie e le gioiellerie.


«È una catastrofe vera e propria. I negozi di vicinato in questo momento stanno perdendo il 70, ma anche l'80 per cento degli introiti- spiega Michele Peccerillo, presidente della Confesercenti Brindisi- Le motivazioni sono tante. Da un lato le misure di sicurezza che non ci consentono di muoverci, dall'altro la paura del covid ma forse ancora di più la mancanza di motivazione. Perché comprare un abito nuovo se poi non posso uscire ed andare in un locale? Allo stato dei fatti le conseguenze di questa emergenza economica sono catastrofiche. Ci sono negozianti che hanno la merce invenduta nei magazzini da settembre e devono ancora pagarla, a questo si aggiungono i costi di gestione». Le difficoltà dei commercianti sono tante e la paura più grande è quella di dover chiudere.


«Per questi imprenditori del commercio non ci sono ristori- dice Peccerillo- Non solo, le banche rifiutano di far credito e questo potrebbe portare molti di loro a chiudere la propria attività. Ma le conseguenze non si fermano qui.

Se i negozi chiudono anche i Comuni incassano meno tributi e facendo a meno di queste entrate ci saranno meno offerte di servizi essenziali». Ma alla crisi dei negozi di vicinato si aggiungono le difficoltà dei ristoratori, che stando alle direttive del Decreto, saranno chiusi nei giorni prefestivi e festivi. A questo punto sono state disdette tutte le prenotazioni per il pranzo di Natale, Santo Stefano e per il primo dell'anno, migliaia di euro che vanno in fumo e che potevano essere un parziale ristoro per tutti coloro che in questo momento di emergenza sanitaria stanno cercando di sopravvivere. E proprio per manifestare il disagio e le difficoltà del momento, che gran parte di loro ha aderito all'iniziativa In Mutande ideata dall'Associazione Pani e Pesci di Brindisi. Si tratta di un calendario 2021 all'interno del quale, gli stessi membri del sodalizio imprenditoriale, hanno posato, rigorosamente in intimo, per lanciare un messaggio tangibile, simbolo del complicato momento causato dall'emergenza sanitaria.


Il calendario In mutande sarà presentato ufficialmente nel corso di una conferenza stampa convocata per martedì 22 dicembre alle ore 11.30 nella sala Mario Marino Guadalupi del Comune di Brindisi, alla presenza delle associazioni di categoria, dei membri dell'associazione protagonisti dell'opera e di quanti hanno collaborato alla realizzazione. Nel corso della presentazione, moderata dal giornalista brindisino Nico Lorusso, interverranno, tra gli altri, Cosimo Alfarano, presidente dell'Associazione Pani e Pesci e il fotografo Dario Rovere che ha realizzato gli scatti che compongono i dodici mesi del calendario. L'eloquente titolo dell'almanacco intende sintetizzare da un lato il contenuto dello stesso e dall'altro, con un gioco di parole semplice e diretto, le condizioni critiche in cui versa l'economia dell'intero distretto.

© RIPRODUZIONE RISERVATA