Rogo-bomba della pizzeria a Pieve di Cadore: la pista dolosa parte dal ferito brindisino

Il rogo nella pizzeria
Il rogo nella pizzeria
di Olivia Bonetti
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Mercoledì 26 Aprile 2017, 14:24 - Ultimo aggiornamento: 20:00

PIEVE DI CADORE -  È stato interrogato ieri mattina dai carabinieri in ospedale a Belluno, il brindisino Pasquale Ferraro, ma su quanto emerso vige il massimo riserbo. Ferraro è il 21enne che è rimasto ferito nello scoppio della pizzeria di Pieve di lunedì notte: avrebbe negato di essere l'autore del rogo doloso. 
 


Il giovane ora è cosciente, ma ancora in prognosi riservata in rianimazione del San Martino, ma non viene giudicato in pericolo di vita. Un miracolo se si pensa che è arrivato al pronto soccorso con ustioni alle mani, al viso e fratture alle gambe. Ieri sono arrivati i genitori dalla Puglia che gli sono rimasti vicini. Vicino al ventenne ferito è rimasto ieri in ospedale, per tutto il giorno anche l'amico che abita in Cadore, Fabio Laritonda. Ferraro infatti era arrivato a Domegge da un paio di giorni: che ci faceva da solo di notte vicino alla pizzeria che è andata a fuoco con ustioni alle mani. I sospetti al momento infatti si concentrano su di lui, ma non solo. Per gli investigatori chi ha agito non era solo e in queste ore si stanno concentrando per chiarire chi c'era quella sera in via XX Settembre.

La pizzeria al taglio Mordi e Fuggi (ex Speedy pizza 2000) era chiusa dopo il servizio di domenica. Chiusa per turno di riposo anche l'enoteca vicino, il locale Al Check di vicolo dei Galli 11. Che motivo c'era quindi di essere lì a quell'ora? I militari lunedì mattina hanno prelevato i cellulari e gli altri effetti personali di Ferraro, che sono a disposizione dell'autorità giudiziaria . «Riascolteremo un po' tutti testimoni - spiega il comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Giorgio Sulpizi -. Sentiremo nuovamente anche il pizzaiolo e faremo tutti gli approfondimenti. Al momento non abbiamo certezze. Al di là di quello che si pensava in un primo momento, ovvero al gas, potrebbe invece essere stata solo la benzina ad aver saturato l'ambiente e ad aver causato la deflagrazione. Ma stiamo ancora cercando di capire chi, come e perché».

La dinamica quindi è abbastanza chiara, come è chiaro anche che si tratti di un atto doloso. Gli ignoti che hanno agito la notte di lunedì alla Mordi e Fuggi hanno prima forzato la porta: l'hanno aperta con una leva. Poi hanno cosparso il locale di benzina (c'era un forte odore di benzina dopo il rogo) e hanno appiccato il fuoco. Erano però inesperti: non hanno usato una miccia lunga. Così mentre accendevano il fuoco, i fumi della grande quantità di benzina hanno causato l'esplosione, che li ha investiti e che ha scosso il paese. 

    

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