Un cavillo permette al presunto autore di una serie di incendi, tra cui quelli al pub “Ciporti”, di tornare in libertà. È accaduto al processo d’appello per l’indagine “Igniferroque”, quella con cui i carabinieri della compagnia di Fasano hanno fatto luce sugli incendi al pub “Ciporti” ubicato sotto i Portici delle Teresiane, nel salotto buono del centro storico fasanese, su altri roghi e, in corso d’opera, hanno scoperchiato un autentico vaso di Pandora del malaffare: la Corte ha accolto la richiesta del difensore di Francesco Cofano, 24 anni, di Pezze di Greco, presunto autore materiale degli incendi, e ha disposto la sua scarcerazione. Il collegio (presidente Nicola Lariccia, consiglieri Domenico Toni e Antonia Martalò) ha condiviso in toto le argomentazioni dell’avvocato Bernardino Turchiarulo. In estrema sintesi l’udienza del 2 maggio scorso era stata rinviata per impedimento di un altro imputato con conseguente sospensione dei termini di durata della misura cautelare per tutti gli indagati.
La vicenda
Nell’udienza di qualche giorno fa l’avvocato Turchiarulo ha sollevato l’eccezione di nullità degli atti compiuti nell’udienza precedente per la «mancata notifica dell’avviso di trattazione in presenza richiesta dai difensori di altri imputati».