Il viceministro Bellanova a Brindisi:
«Tutelare i lavoratori di Versalis»

Il viceministro Bellanova a Brindisi: «Tutelare i lavoratori di Versalis»
di Elda DONNICOLA
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Sabato 12 Marzo 2016, 10:38
BRINDISI - Consapevole dei temi che le sarebbero stati sottoposti il viceministro Teresa Bellanova è giunta all’hotel Internazionale all’incontro riservato che aveva concordato con i sindacati ben preparata e con risposte chiare e precise. Gli argomenti principi così come era stato annunciato dai rappresentanti sindacali sono stati la questione Eni-Versalis e la vertenza Dema che promette un giro di boa lunedì prossimo proprio al Mise.
Onorevole Bellanova, le organizzazioni sindacali hanno voluto incontrarla per chiederle un sostegno forte soprattutto a favore dell’industria del territorio.
«Ho fatto la sindacalista a lungo, non mi sottraggo al confronto con il sindacato, incontrerò i rappresentanti dei lavoratori ogni volta che sarà possibile e me lo chiederanno».
La prima questione che i segretari dei chimici le hanno posto è quella di Eni-Versalis. Ovvero della ipotesi che Eni venda la maggioranza delle quote di Versalis ad un Fondo di investimento americano.
«Se su questo argomento fossi in condizione di dare delle risposte certe, avrei già fatto un incontro nazionale. Ho avuto l’incarico di fare il punto della situazione e sto incontrando i vari soggetti coinvolti. Ho chiesto inoltre, ai miei dirigenti di eseguire un’attenta analisi sul Fondo Sk Capital».
Indipendentemente dal partner però, i lavoratori Eni di tutta Italia chiedono che la maggioranza di Versalis resti di Eni.
«Ho l’opinione che la chimica sia un settore strategico per l’Italia così come credo che lo sia anche il settore manifatturiero. La possibilità di avere una chimica nazionale è importante. Quindi o l’Italia presidia la qualità della sua industria oppure ci raccontiamo delle chiacchiere quando guardiamo al mondo».
E quindi?
«Qualsiasi piano industriale Eni andrà a fare, questo non deve prevedere nè la riduzione della forza lavoro, nè la riduzione di nemmeno un sito produttivo, neppure quello di Marghera tanto per capirci. Da questo si parte, questo è il mandato che ho dato».
E adesso in che fase siamo?
«Se un’operazione di rafforzamento ci deve essere deve passare per i capisaldi che ho appena detto. In Eni adesso si sta ragionando, non so se il Fondo è ancora disponibile o ci sono altri investitori interessati».
Lunedì prossimo ci sarà un incontro presso il Mise sulla questione Dema. Qual è la disponibilità del Governo per la risoluzione della vertenza?
«Si tratta di una vertenza complicata, certo è che non ci si può approcciare alla vertenza basandosi sull’assistenzialismo. Abbiamo ridefinito gli ammortizzatori sociali e abbiamo stabilito che non si può andare oltre i tre anni di cassa integrazione».
Dema però ne chiede 4.
«Dema oggi è un’azienda tecnicamente fallita, si possono difendere i lavoratori basandosi su un progetto che chiede 4 anni di ammortizzatori sociali? Mi sembra un binario che non offra tante garanzie. I sindacati rischiano di dire ai lavoratori qualcosa che poi rischiano di non poter mantenere. Meglio lavorare oggi su questo punto e capire meglio come stanno le cose».
Lei domani riceverà un riconoscimento nella sua città natale, Ceglie.
«Sono molto contenta. E’ un riconoscimento per il lavoro svolto in tanti anni, ma è anche un riconoscimento per tutte le persone che insieme a me hanno condiviso una serie di battaglie. Ricordo che ci sono persone che dalla politica si aspettano coerenza, passione e azione».
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